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Consumatori e scienziati difendono gli aromi nelle sigarette elettroniche

L'Irlanda pensa a una legge super restrittiva contro gli strumenti a rischio ridotto e allora scendono in campo le associazioni di categoria.

Le associazioni dei consumatori sono pronte a mobilitarsi per difendere i diritti dei vaper irlandesi, minacciati dal rapporto presentato venerdì scorso dalla Commissione salute del Parlamento. Nell’ambito della nuova legge sui prodotti del tabacco e per l’inalazione di nicotina (le sigarette elettroniche), l’organo ha infatti inserito una serie di pesanti misure restrittive come limitazioni alla vendita e all’uso, pacchetto neutro per i prodotti del vaping, divieto di qualsiasi tipo di promozione o pubblicità e, soprattutto, il divieto di vendita di liquidi con aromatizzazioni diverse dal tabacco.
Ed è proprio su questo ultimo punto, il più preoccupante, che si concentrano gli sforzi di New Nicotine Alliance Ireland (Nna), il ramo locale della rete presente in diversi Paesi. L’associazione ha prontamente inviato ai membri della Commissione salute un documento firmato da quindici fra scienziati ed esperti internazionali, intitolato “The case against banning flavours in vaping”. Fra i firmatari si ritrovano molti nomi noti della ricerca e dell’attivismo della riduzione del danno da fumo. Per esempio, solo per citarne alcuni, Konstantinos Farsalinos, Jacques Le Houezec, Raymond Niaura, Clive Bates, Frank Bayens e David Sweanor. Compare anche il nome di Karl Fagerström, lo scienziato svedese famoso per aver inventato l’omonimo test per stabilire la dipendenza dal fumo, che viene utilizzato anche nei centri antifumo irlandesi.
Nel documento si spiega perché vietare gli aromi sarebbe “una pesante battuta d’arresto per la politica sanitaria, che potrebbe fare più male che bene”. Nel testo gli scienziati spiegano perché, argomentando che la misura provocherebbe reazioni negative tanto negli adulti quanto negli adolescenti, proteggendo di fatto il mercato delle sigarette tradizionali e dando origine a un commercio illegale e informale. Tutto questo non farebbe che indebolire l’Irlanda nella sua lotta contro il fumo, allontanando l’obiettivo di diventare smoke-free entro il 2025. “Con la diffusione del vaping fra il 2017 e il 2019, l’Irlanda ha registrato un calo record del fumo, con un’alta percentuale di fumatori che ha riferito di aver smesso grazie alla sigaretta elettronica”, spiega infatti Nna. Dopo il 2019 e in seguito alle prese di posizione critiche di alcuni istituti pubblici, la prevalenza dello svapo è diminuita e il fumo è tornato ad aumentare. Secondo l’associazione, questo dimostra che sigarette tradizionali ed elettroniche sono sostituti. “La sostituzione è una considerazione cruciale: implica che le misure adottate per peggiorare l’esperienza di svapo possono far aumentare il fumo, sia fra gli adulti che fra gli adolescenti”, conclude Nna.
Contro le proposte della Commissione salute si è espressa anche World Vapers’ Alliance, la rete internazionale di associazioni dei consumatori. “Vietare gli aromi sarebbe un disastro per i fumatori che vogliono smettere, per gli attuali vaper e per la salute pubblica perché gli aromi aiutano gli ex fumatori a stare lontano dalle sigarette per sempre”, commenta il direttore Michael Landl. “I dati scientifici – continua Landl – dimostrano che chi usa liquidi aromatizzati ha il doppio delle probabilità di smettere di fumare rispetto a chi usa liquidi al tabacco. Vietare i gusti potrebbe spingere circa 115 mila consumatori irlandesi a tornare a fumare”.
World Vapers’ Alliance critica anche altre misure suggerite nel rapporto. “Le restrizioni pubblicitarie e il pacchetto neutro – aggiunge Landl – impediscono che informazioni cruciali sui rischi relativi dei diversi prodotti raggiungano i consumatori. Di conseguenza, molti fumatori non sono consapevoli che il vaping sia meno rischioso del fumo. I consumatori adulti devono avere accesso a informazioni accurate; pertanto, le restrizioni pubblicitarie e le avvertenze devono essere differenziate in base al rischio relativo”.

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