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La sigaretta elettronica riduce patologie vascolari come l’arteriosclerosi

Lo studio del progetto Replica del Coehar di Catania conferma i benefici del passaggio al vaping per la salute cardiovascolare.

Il passaggio dal fumo all’uso di sigarette elettroniche e prodotti a tabacco riscaldato riduce i danni vascolari e l’insorgenza di patologie quali l’arteriosclerosi. È questo il più recente risultato del progetto Replica del Coehar dell’Università di Catania, che negli ultimi due anni ha replicato gli studi internazionali di maggior rilevanza nel mondo della riduzione del danno grazie a un network di laboratori indipendenti. Questa volta i ricercatori hanno valutato i danni sulle cellule endoteliali del fumo di sigaretta comparandolo a quello di sigarette elettroniche e prodotti a tabacco riscaldato. Lo studio si intitola “Comparative assessment of electronic nicotine delivery systems aerosol and cigarette smoke on endothelial cell migration: the Replica Project” ed è il frutto del lavoro coordinato di quattro laboratori di ricerca indipendenti: il Coehar, la Temple University di Philadelphia negli Usa, l’Università di Patrasso in Grecia e l’Università di Kragujevac in Serbia. È firmato da diciotto ricercatori, fra cui Riccardo Polosa, Giovanni Li Volti, Massimo Caruso e Konstantinos Poulas.
Come noto, il danno endoteliale rappresenta l’evento patologico che prepara l’arterosclerosi ed il fumo di sigaretta ne rappresenta l’iniziatore. È risaputo, infatti, che il fumo di sigaretta convenzionale provoca gravi danni al sistema endoteliale e può diventare una causa diretta dell’ipertensione e dell’arteriosclerosi. Numerosi studi internazionali hanno valutato gli effetti del fumo sul sistema vascolare: in particolare, una ricerca condotta da Taylor e colleghi del 2017 ha mostrato che le cellule endoteliali esposte al vapore di sigaretta elettronica mantengono la loro capacità di riparare efficacemente delle piccole ferite che possono generarsi per diversi motivi nei vasi sanguigni, a differenza delle cellule endoteliali esposte ai sottoprodotti del fumo di sigaretta, che risultano invece fortemente limitate in questa funzione di riparazione. Ed è proprio questo studio che il progetto Replica ha voluto riprodurre, mettendo a confronto gli effetti di tre dispositivi elettronici a rilascio di nicotina commerciali e una sigaretta classica.
I ricercatori, che hanno seguito gli standard di riferimento internazionali e utilizzato gli strumenti più innovativi, confermano i risultati della ricerca di Taylor. Le sigarette elettroniche non inducono l’inibizione della migrazione delle cellule endoteliali in vitro rispetto al fumo di sigaretta e riducono significativamente il tipico danno da fumo. I ricercatori Coehar hanno aggiunto allo studio originale una comparazione con due prodotti a tabacco riscaldato molto diffusi e hanno dimostrato che anche per questi prodotti gli effetti sono molto meno pronunciati di quelli osservati con il fumo di sigaretta.
Questa ricerca, dunque, conferma che le sigarette elettroniche e i prodotti a tabacco riscaldato sono caratterizzati da un effetto citotossico di almeno il 95% inferiore rispetto alle sigarette convenzionali e, sempre rispetto alle stesse, mostrano una risposta migliore (di circa il 100%), a parità di quantità di nicotina rilasciata. “Come dimostrato nei precedenti studi condotti da Replica, il danno prodotto dalle sigarette elettroniche è significativamente inferiore rispetto a quello prodotto dalle sigarette convenzionali – spiega infatti Massimo Caruso, co-project leader di Replica – “Ma la scoperta interessante è che passare a prodotti senza combustione riduce i danni vascolari e previene la possibilità di insorgenza di malattie fumo correlate come l’arteriosclerosi e l’ipertensione”. Soddisfatto anche Riccardo Polosa, fondatore del Coehar. “I risultati di questo studio hanno una forte rilevanza nel campo della prevenzione per la salute umana – aggiunge – considerati i danni che il fumo di sigaretta crea nell’apparato cardiovascolare ed il fallimento delle attuali strategie antifumo. Questi dati rappresentano informazioni scientifiche utili a supporto del processo di regolamentazione di questi prodotti che possono rivelarsi validi al fine di sviluppare efficaci strategie di riduzione del danno basate sulle evidenze scientifiche”.

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