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SVAPOWORLD – Notizie internazionali dal 26 giugno al 2 luglio

Apre alla sigaretta elettronica il Consiglio superiore di sanità del Belgio, mentre la Ride4Vape diventa europea e parte per Strasburgo. Uno studio internazionale dimostra che svapare non aumenta il rischio di diffusione del covid. I consumatori neozelandesi smentiscono l'allarme sull'uso minorile.

BelgioIl Consiglio superiore di sanità apre alla sigaretta elettronica
La sigaretta elettronica presenta dei rischi, ma è chiaramente meno dannosa di una sigaretta tradizionale. Con questa frase, contenuta in un rapporto appena pubblicato, il Consiglio superiore di sanità del Belgio ha riconosciuto la riduzione del danno da fumo e la sigaretta elettronica come aiuto per smettere di fumare. La priorità per la salute pubblica è la graduale eliminazione delle sigarette convenzionali a base di tabacco, sostiene il Consiglio, per questo è utile aprire le politiche sanitarie ai prodotti alternativi, con o senza nicotina. Ai giovani e ai non fumatori l’indicazione di non iniziare con questi nuovi prodotti, ma non vi è chiusura nei loro confronti in chiave terapeutica. La proposta del Consiglio belga è di “congelare l’attuale mercato degli e-liquid non autorizzando più nuovi ingredienti, per studiare velocemente gli effetti dell’inalazione di quelli già presenti sul mercato. Se si riscontrano effetti nocivi, gli ingredienti devono essere ritirati dal mercato il prima possibile”. Ma questi strumenti – concludono gli esperti – possono essere un valido ausilio per i forti fumatori e per le categorie vulnerabili, come le persone svantaggiate, i pazienti con problemi di salute mentale o nelle carceri, dove il fumo è ancora molto diffuso.

Belgio, Consiglio superiore di sanità riconosce la sigaretta elettronica

 

Messico/Nuova Zelanda/ItaliaStudio: nessun aumento di rischio Covid se si svapa al chiuso
L’utilizzo al chiuso della sigaretta elettronica non aumenta il rischio di contrarre il Covid. Ha superato la fase pre-print lo studio internazionale che ha indagato questo importante aspetto legato alla pandemia, tema purtroppo sempre attuale data la diffusione di nuove varianti che stanno prolungando questa drammatica esperienza. Il lavoro si intitola “Analytic modeling and risk assessment of aerial transmission of SARS-CoV-2 virus through vaping expirations in shared micro-environments” ed è stato condotto da un pool di scienziati: Riccardo Polosa del Centro di eccellenza per l’accelerazione della riduzione del danno (Coehar) dell’Università di Catania, Roberto A. Sussman dell’Istituto di scienze nucleari della Universidad Nacional Autonoma de Mexico e la neozelandese Eliana Golberstein di Myriad Pharmaceuticals Limited. È stato adesso pubblicato sulla rivista scientifica Environmental Science and Pollution Research. La conclusione cui è giunta la ricerca è chiara: se una persona infetta utilizza una sigaretta elettronica in una casa o in un ristorante, l’aumento del rischio di contagio per le altre persone, rispetto al caso di controllo, è pari all’1%, se queste non indossano mascherine di protezione. Questo rischio aggiuntivo relativo rispetto al caso di controllo arriva al 5-17% in caso di svapo ad alta intensità. Si tratta di un aumento del rischio molto basso, se si considera che nella stessa situazione il semplice atto di parlare comporta un amento delle probabilità di infettarsi compreso fra il 44 e il 176%, mentre tossire lo fa arrivare a oltre il 260%. Tutte le informazioni sullo studio nell’approfondimento di Sigmagazine, che peraltro ne aveva anticipato alcuni spunti due anni fa quando era ancora nella fase di pre-print.

Usare la sigaretta elettronica al chiuso non aumenta il rischio di Covid-19

 

Nuova Zelanda – Caphra contro campagna scandalistica: così riportate i giovani a fumare
La campagna anti-vaping in corso non farà altro che riportare i giovani neozelandesi al fumo. È quanto denuncia Nancy Loucas, coordinatrice esecutiva della Coalition of Asia Pacific Tobacco Harm Reduction Advocates (Caphra) a seguito del lancio da parte dell’Asthma and Respiratory Foundation di una serie di video intitolata Spotlight on Vaping. Il video afferma che la Nuova Zelanda sta vivendo un’epidemia di vaping giovanile” e, insieme alla Secondary Principals’ Association of New Zeland, sostiene inoltre che oltre un quarto degli studenti ha svapatp nell’ultima settimana. “Fomentando l’isteria anti-vaping, la fondazione neozelandese non farà altro che far tornare al fumo un numero maggiore di minori, mettendo a rischio l’ambizione di lunga data del Paese di diventare smoke-free entro il 2025”, afferma Nancy Loucas. E riguardo alla cifra sugli studenti svapatori aggiunge: “Ciò di cui questi numeri sensazionalistici non tengono conto è che se il 26% degli studenti avesse effettivamente svapato nell’ultima settimana, molti di loro avrebbero solo provato. E in più, quasi tutti avrebbero fumato sigarette mortali una generazione fa”.

Europa – Tra Ginevra e Strasburgo, diventa europea la “corsa” ciclistica di Ride4Vape
È partita il 2 luglio da Torino la Ride4Vape, il tradizionale viaggio in bicicletta giunto alla terza edizione con l’obiettivo di sensibilizzare consumatori e politici sui danni del fumo tradizionale e sul danno ridotto della sigaretta elettronica. Destinazione Strasburgo, dove il presidente di Anafe Umberto Roccatti raggiungerà (il 5 luglio) la sede francese del Parlamento europeo. Ed è proprio la dimensione europea della manifestazione la novità di questa edizione che per la prima volta travalica i confini nazionali. Prima di Strasburgo sono previste infatti due tappe intermedie. Una è particolarmente significativa: Ginevra, in Svizzera, dove ha sede l’Organizzazione mondiale della sanità. Qui verrà consegnerata una chiavetta usb contenente i principali studi scientifici indipendenti sul vaping, che ne rilevano una diminuzione della tossicità fino al 95% rispetto alle sigarette tradizionali. L’iniziativa è promossa da Anafe e Ieva, con il sostegno di Liaf (Lega italiana anti fumo) e di Sigmagazine che, come ormai da tradizione, seguirà sulle proprie pagine le tappe della Ride4Vape.

Ride4Vape 2022: da Torino al Parlamento europeo, passando per l’Oms

 

Ue – La risposta non risposta della Commissione europea sulla sigaretta elettronica
Una risposta formale che non entra sostanzialmente nel merito delle contestazioni è quella fornita dall’Unione Europea a Riccardo Polosa e Carmine Canino, rispettivamente fondatore del Centro per la riduzione del danno da fumo (Coehar) dell’Università di Catania e presidente dell’associazione dei consumatori di e-cig Anpvu. Occasione della risposta, una lettera critica inviata alla commissaria per la salute Stella Kyriakides, in merito ad alcune sue affermazioni sulla sigaretta elettronica, espresse in risposta a una interrogazione parlamentare. L’estensore è Andrzej Jan Rys, direttore di Sistemi sanitari, prodotti medicali e innovazione della Direzione generale salute della Commissione europea. Rys non entra nel merito, ma si limita a fornire un rendiconto piuttosto burocratico dell’operato della Dg salute, dando solo qualche rassicurazione sulla trasparenza dell’iter legislativo della Commissione. Nel suo commento Sigmagazine si augura che fra i dati concreti che dovrebbero essere alla base dell’elaborazione delle politiche della Commissione “rientrino anche tutti i fumatori che hanno smesso grazie alla sigaretta elettronica e la vasta letteratura scientifica a sostegno dell’efficacia dell’e-cigarette”.

Sigarette elettroniche, l’Unione europea risponde senza rispondere

 

Repubblica Ceca –  Buste di nicotina come prodotti del tabacco, il governo studia una nuova normativa
Il Ministero della salute ceco ha allo studio una nuova normativa che mira a trattare le buste di nicotina come prodotti del tabacco. Si chiamano nicotine pouches, ovvero bustine di nicotina, una sorta di snus senza tabacco: sacchetti contenenti foglie aromatiche secche e sminuzzate alle quali vengono aggiunti sali di nicotina, da posizionare tra il labbro superiore e la gengiva all’altezza dei canini. La nicotina viene così assorbita attraverso la gengiva per circa mezz’ora. Le buste di nicotina non sono attualmente regolamentate nella Repubblica Ceca. “Siamo consapevoli dei problemi che questo comporta”, ha dichiarato il portavoce del Ministero della salute Ondrej Jakob, “e stiamo lavorando a un decreto che stabilisca le proprietà, l’etichettatura e la regolamentazione del prodotto. Stiamo anche lavorando a una modifica della legislazione attuale”. Secondo Jakob, il nuovo decreto potrebbe entrare in vigore entro pochi mesi.

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