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Intimidazioni e calunnie contro i sostenitori della sigaretta elettronica

Secondo la rete internazionale Innco, la comunità della riduzione del danno da fumo è costantemente soggetta ad attacchi e stigmatizzazioni.

La più grande arma nell’arsenale di chi si oppone alla sigaretta elettronica e alla riduzione del danno da fumo? La calunnia. È quanto denuncia la rete internazionale di consumatori di prodotti a rischio ridotto Innco, commentando un articolo pubblicato recentemente sul British Medical Journal e scritto da ricercatori dell’Università di Bath. Secondo l’ateneo, noto per la sua agenda anti-nicotina, “quasi tre quarti” delle 23 persone (sic!) attive nel campo del controllo del tabacco si sentono molestati da ex fumatori, diventati sostenitori della riduzione del danno.
È un articolo ironico – commenta Innco – perché la nostra comunità è regolarmente vittima di bullismo, stigmatizzazione, querela e intimidazione (anche con documentate minacce di morte), viene bloccata sui social media, espulsa dalle riunioni pubbliche e calunniata da esperti e sostenitori nel campo del controllo del tabacco”. L’organizzazione, che non ha scopo di lucro e raccoglie 37 associazioni guidate da volontari, racconta come dalla sua nascita nel 2016 sia stata costantemente calunniata e non ammessa alle Conferenze delle parti della Convenzione quadro sul controllo del tabacco dell’Oms. “Si presume – continua Innco – che il nostro approccio alla riduzione del danno sia uno stratagemma del settore e la nostra esperienza di vita (più sana) viene ignorata”.
Per i professionisti del tobacco control, continua l’organizzazione, la prassi è diventata intimidire e accusare di fini oscuri chiunque sostenga la riduzione del danno, siano essi professionisti della salute, politici, attivisti o fumatori passati ad altri strumenti (cose, queste due ultime, che spesso coincidono). Anche per noi di Sigmagazine, si tratta purtroppo di esperienze tutt’altro che sconosciute. Solo per fare un esempio, come qualcuno ricorderà, nel 2019, durante il convegno per la Giornata senza tabacco all’Istituto superiore di sanità, uno dei professori presenti non solo ci accusò  pubblicamente di essere l’industria del tabacco, ma coniò per noi addirittura un fantasioso epiteto: “faccia da nicotina”.
Molti altri sono stati esposti alla pubblica gogna. Dal ricercatore greco Konstantinos Farsalinos, che dovette minacciare azioni legali contro i giornalisti dell’Investigative Desk, a Riccardo Polosa finito nel tritacarne della trasmissione Report. Ma questi sono solo due dei casi più noti. Innco ha condotto un’indagine informale sul tema delle molestie all’interno della comunità di riduzione del danno, scoprendo che i suoi sostenitori ricevono periodicamente insulti, attacchi e addirittura minacce. “Ho conosciuto persone – scrive uno dei partecipanti all’indagine – che hanno lasciato l’advocacy perché erano sfinite dai continui attacchi. Persone che vivono nella paura costante a causa delle loro esternazioni e altre ancora che avrebbero paura di dire in pubblico ciò che esprimono in privato”. E purtroppo è proprio questo lo scopo che vuole raggiungere chi mette in atto queste molestie: spaventare, demoralizzare e indurre al silenzio la controparte.

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