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“Ogni anno 8 milioni di morti per il fumo, nessuno per la sigaretta elettronica”

Una brillante intervista del professor Colin Mendelsohn spiega con efficacia e obiettività perché i governi dovrebbero combattere il fumo sostenendo la diffusione della sigaretta elettronica.

È tra i più brillanti e autorevoli sostenitori della sigaretta elettronica come strumento di riduzione del danno da fumo. E nel corso di una intervista radiofonica rilasciata all’emittente Triple M di Newcastle ha ancora una volta dato enfasi alla causa che ormai sostiene da quando la sigaretta elettronica ha fatto i primi assi sul mercato. Si tratta di Colin Mendelsohn, medico di base ma soprattutto accademico specializzato nel trattamento del tabacco. Già nelle prime battute dell’intervista si intuisce che la formazione di Mendelsohn oltre che essere specialistica è anche improntata nella comunicazione: risposte dirette che vanno dritte al punto. “Lo svapo non è innocuo ma c’è un consenso scientifico schiacciante sul fatto che è molto meno dannoso del fumo. Ed è con questo che dobbiamo confrontarlo. Perché è fondamentalmente un sostituto del fumo per i fumatori adulti che non riescono a smettere. Quasi tutto il danno del fumo viene dalle 7000 sostanze chimiche quando bruci tabacco. Quando svapi, stai solo riscaldando un liquido in un aerosol e quasi tutte quelle sostanze chimiche sono assenti. Quindi è praticamente un gioco da ragazzi dimostrare che è più sicuro del fumo”. La giornalista gli ha quindi chiesto se il vaping sia una porta d’ingresso verso il consumo di tabacco. Anche in questo caso Mendelsohn non ha dubbi: “Al contrario. Stiamo effettivamente vedendo un’inversione del fumo. La teoria sul gateway è sempre esistita e l’abbiamo avuta con la marijuana e alcune altre droghe, ma poi è sempre stata smentita. Stiamo scoprendo che nei paesi in cui è disponibile la sigaretta elettronica, i tassi di fumo, compresi quelli dei giovani, stanno diminuendo più velocemente che mai. Lo stiamo vedendo nel Regno Unito, negli Stati Uniti e in Nuova Zelanda. Per contro, proprio grazie all’avvento della sigaretta elettronica, stiamo assistendo all’esatto opposto: lo svapo sta distogliendo i bambini dal fumare”. L’intervistatrice affronta quindi i rischi connessi all’utilizzo di dispositivi elettronici e al consumo di nicotina. Anche in questo caso la risposta di Mendelsohn dimostra competenza e obiettività. “Ci sono rischi molto rari di malfunzionamento della batteria che possono causare nella peggiore delle ipotesi un incendio. Ma i casi verificati sono davvero minimi e dovuti soprattutto alla negligenza dell’utente. C’è poi un raro rischio di avvelenamento da nicotina ma soltanto se viene bevuto: si potrebbe avere tosse, secchezza delle fauci, nausea. Ma gli effetti dannosi gravi sono molto rari. Basti pensare che non c’è mai stato un solo decesso a causa della sigaretta elettronica negli ultimi 15 anni. Al contrario, 8 milioni di persone nel mondo muoiono ogni anno a caso del fumo”. E infatti, proprio perché il vaping esiste da 15 anni, anche la scienza può vantare già milioni di pagine con analisi, studi e raffronti. Insomma, la classe politica e sanitaria avrebbe una notevole mole di documenti da cui poter trarre vantaggio e ispirazione per le politiche di prevenzione antifumo. “ – conclude Mendelsohn – questi prodotti sono arrivati sul mercato in modo silenzioso nel 2006. Quindi abbiamo già molta esperienza. E ora ci sono 82 milioni di consumatori di sigarette elettroniche nel mondo. E gli studi dimostrano che quando i fumatori fanno questo passaggio, migliorano la respirazione, migliorano l’asma, l’enfisema, la pressione sanguigna, il rischio cardiaco si riduce e migliorano le malattie gengivali causate dal fumo. Per concludere: se non sei un fumatore non dovresti svapare, ma se sei un fumatore è probabilmente l’aiuto per smettere più efficace che abbiamo. È un peccato penalizzarlo a causa di preoccupazioni esagerate per via della ipotetica diffusione tra i giovani”.

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