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Il contrabbando di sigarette è in netto calo ma emerge un significativo aumento di vendita illecita di liquidi da inalazione e stick di tabacco da riscaldare. È quanto emerge da una ricerca condotta da Intellegit, start up dell’Università di Trento. Secondo la ricostruzione, il fenomeno è in diminuzione del 38 per cento rispetto all’anno passato anche se lo spettro della crisi economica, energica e la guerra in Ucraina potrebbero far nuovamente lievitare sensibilmente il dato nel corso dei prossimi autunno e inverno.
L’Italia si colloca al ventisettesimo posto su trenta nella classifica europea sull’incidenza del consumo illecito, con una quota del 2,2 per cento, contro il 29 per cento e il 24 per cento di Francia e Grecia. Nel 2021 è in crescita, soprattutto sul web, il traffico illecito dei prodotti di nuova generazione: stick per riscaldatori di tabacco e prodotti liquidi da inalazione (tra cui rientrano le sigarette elettroniche usa e getta). In termini di valore assoluto, il valore degli stick e degli e-liquid introdotti illegalmente rappresenta una parte infinitesimale dei proventi originati dal tabacco che per la criminalità rimane un business ancora di gran lunga più redditizio. La maggior parte dei prodotti di contrabbando varca il confine attraverso le dogane di Udine (33,8%) e Trieste (21,5%); il 33 per cento arrivano infatti dall’Est Europa e dai Balcani. Il maggior numero dei sequestri è in Campania, ma anche nelle aree portuali di Friuli e Liguria e in Lombardia.
Si ricorda che non esiste alcun nesso tra il reato di contrabbando e la tutela della salute dei consumatori. Il primo, infatti, è un illecito fiscale a controllo della Guardia di Finanza e dei funzionari dell’Agenzia delle Dogane e Monopoli (evasione di accisa, imposta di consumo o Iva), la seconda invece è garantita attraverso le disposizioni e i controlli anche a campione effettuati dal Nas dei carabinieri su indicazione del Ministero della Salute.