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Tariffa di notifica sigarette elettroniche, Tar Lazio riconosce negligenza Ministero Salute

Accolto ricorso con sospensiva promosso dagli avvocati Gava e De Blasi. "Nella comparazione degli interessi - spiega il giudice - appare prevalente quello della parte ricorrente a non dovere provvedere nel ristretto termine assegnatole al pagamento delle ingenti somme di cui trattasi".

Il ministero della salute ha aspettato cinque anni per emanare il decreto per fissare gli importi e le modalità di pagamento della tariffa di notifica sulle sigarette elettroniche e prodotti liquidi da inalazione. Adesso non può chiedere alle aziende di pagare somme anche ingenti in maniera retroattiva. Chi è causa del suo mal pianga se stesso, direbbero i vecchi saggi. E sembra proprio che anche il Tar del Lazio abbia voluto esprimere questo concetto nei confronti degli uffici ministeriali guidati da Roberto Speranza.
Con l’ordinanza firmata dalla presidente della sezione terza quater Maria Cristina Quiligotti, il pagamento degli importi è sospeso sino a quando il tribunale amministrativo non si esprimerà nel merito. L’udienza pubblica è fissata per il prossimo 18 novembre.
Emblematiche le parole utilizzate dalla Presidente accogliendo il ricorso depositato dagli avvocati Alberto Gava e Dario De Blasi: “Considerato che, avuto riguardo alle circostanze rappresentate in ricorso quanto al danno grave e irreparabile allegato, laddove, in effetti, il decreto impugnato risulta essere stato adottato da parte dell’amministrazione a distanza di oltre cinque anni dalla scadenza del relativo termine, di tal che, nella comparazione degli interessi, appare, allo stato, prevalente quello della parte ricorrente a non dovere provvedere nel ristretto termine assegnatole al pagamento delle ingenti somme di cui trattasi. Considerato che, pertanto, avuto esclusivo riguardo al profilo del danno allegato, si ritiene la sussistenza dei presupposti per l’accoglimento della proposta istanza cautelare”. Un particolare di non secondaria importanza è che la decisione riguarda anche le Faq del Ministero della salute, sospese anch’esse su precisa richiesta dei ricorrenti perché “condizionano al pagamento delle tariffe l’ulteriore commercializzazione dei prodotti liquidi da inalazione immessi in commercio a far data dal 2016 e già oggetto di notifica al Ministero della Salute e al Ministero dell’Economia e delle Finanze, nonché comunque nella parte in cui condizionano la commerciabilità dei prodotti liquidi da inalazione”.
se le premesse verranno rispettate, potrebbe dunque esserci un esito che non scontenterebbe le aziende del vaping. E che, in ogni caso, tirerebbe le orecchie agli uffici ministeriali per l’ingiustificabile ritardo nell’emanazione del decreto fiscale.

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