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“Un mondo senza fumo è irrealizzabile, bisogna puntare sulle sigarette elettroniche”

Vietare la vendita di sigarette tradizionali e di prodotti alternativi a rischio ridotto non azzera il consumo di tabacco ma apre la strada al mercato nero.

Vietare la vendita di sigarette tradizionali e di prodotti alternativi a rischio ridotto non azzera il fumo ma apre la strada al mercato nero perché ci sarà sempre qualcuno che vorrà fumare. La tesi è espressa all’interno del Piano alternativo Smoke Free 2030 redatto dall’autorevole think tank inglese Institute for Economic Affairs (Iea) in previsione del dibattito parlamentare sulle strategie antitabacco che si terrà domani, giovedì 3 novembre. L’autore del rapporto è l’analista Christopher Snowdon e sostiene che finché esiste la domanda – solo il 53% dei fumatori britannici afferma di voler smettere – le politiche proibizioniste si tradurranno in attività endemiche del mercato nero, criminalità e povertà secondaria ma senza alcun impatto sul fumo.
Il piano alternativo è composto da 12 punti e sottolinea le potenzialità della sigaretta elettronica come strumento per ridurre il tasso di fumatori in Gran Bretagna, dove già adesso il 9,3% degli adulti svapa, abbassando dal 20% al 14% i fumatori in otto anni. Al contrario, nell’Unione europea mediamente svapa solo il 2% della popolazione e infatti il tasso di fumatori è sceso di un solo punto percentuale.
Altro punto da non sottovalutare, secondo Snowdon, è l’informazione: attualmente, il 40% dei fumatori inglesi crede erroneamente che la nicotina causi il cancro e il numero di fumatori che pensano erroneamente che lo svapo sia altrettanto o più pericoloso del fumo è aumentato dal 36% al 53% tra il 2014 e il 2020. Questo nonostante il fatto che il Royal Il College of Physicians ha dimostrato che è improbabile che i rischi a lungo termine superino il 5% del danno derivante dal fumo di tabacco (cioé, la sigaretta elettronica abbatte il danno del 95%). La Brexit rende possibile la libertà di riformare la Direttiva europea in ottica di riduzione del danno, soprattutto per quanto riguarda la capacità degli atomizzatori (max 2 ml) e il divieto di pubblicità. Secondo Snowdon, eliminare questa inutile burocrazia renderà più accessibile la sigaretta elettronica ai fumatori e, di conseguenza, migliorerà lo stato di salute dei cittadini. “Il piano del governo di ridurre il tasso di fumo al 5% entro il 2030 – scrive Snowdon – è del tutto irrealistico a meno che i fumatori non passino in gran numero ad alternative a basso rischio. Fortunatamente, esiste una gamma crescente di alternative. Tutto ciò che il governo deve fare è semplice: creare un ambiente normativo in cui possano prosperare gli strumenti a rischio ridotto e garantire che i fumatori non siano fuorviati dalle notizie false”.

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