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Sigaretta elettronica in Legge di bilancio, alla Camera inizia il valzer degli emendamenti

L'articolo che riguarda la filiera della sigaretta elettronica non è sostanzialmente toccato dalle modifiche al testo proposte dai gruppi parlamentari.

Con la presentazione degli emendamenti è formalmente iniziato l’iter di modifica e approvazione della legge di bilancio per l’anno finanziario 2023. L’articolo che riguarda più da vicino il comparto dei prodotti liquidi da inalazione è il 29: una volta tanto la riforma strutturale dell’imposta di consumo è intervenuta direttamente nel testo primario della legge, ciò significa che il parlamento potrà modificarla soltanto attraverso modifiche strutturali (emendamenti) del testo uscito dalla Presidenza del Consiglio. Se non interverranno cambiamenti, a partire dal mese di gennaio l’imposta di consumo sui liquidi da inalazione sarebbe di 1,313025 euro e 0,87535 euro per i liquidi rispettivamente con nicotina e senza nicotina; gli importi entrambi da considerarsi al netto dell’Iva per flacone da 10 millilitri. Il provvedimento intende bloccare – e cancellare – il maxi rincaro del 300% in tre anni che era stato previsto dal governo Conte II nel 2020.
Relativamente all’articolo 29, i gruppi parlamentari hanno presentato dodici emendamenti. Molti riguardano la ricalibrazione dell’accise sui tabacchi lavorati, alcuni sulla circolazione dei prodotti derivati dalla cannabis e soltanto due inficerebbero sulla fiscalità della sigaretta elettronica. Da Forza Italia e Partito Democratico due emendamenti che ripetono nella forma e nella sostanza il testo Meloni-Giorgetti, confermando cioé una pressione fiscale del 10 per cento e del 15 per cento sull’accisa tabacco. In altre parole, stesso importo di quanto già scritto in legge di bilancio. L’ipotesi è a firma degli onorevoli Sorte, Cannizzaro e D’Attis per gli azzurri; Vaccari, Forattini, Marino, Andrea Rossi e Lai per il partito guidato dall’ex premier Letta. Se due forze politiche presentano uno stesso emendamento, analogo oltretutto a quanto già scritto nel testo della legge di bilancio, potrebbe far presupporre che la misura fiscale possa mettere d’accordo tutti.
Sempre i forzisti D’Attis e Cannizzaro, insieme questa volta con Mulè, firmano poi un emendamento con cui si vorrebbe applicare ai prodotti “contenenti o meno nicotina, commercializzati unitamente a dispositivi per inalazione, cosiddetti usa e getta, non riutilizzabili per il consumo di ulteriore quantità di prodotto, il divieto di vendita a distanza, anche transfrontaliera, ai consumatori che acquistano nel territorio dello Stato“. In questo caso l’emendamento appare voler dare una stretta al commercio sul web dei nuovi dispositivi da inalazione: attualmente la vendita e l’acquisto a distanza delle sigarette elettroniche usa e getta – di fatto equiparate ai liquidi di ricarica – è già vietata a livello transfrontaliero, mentre è lecita se effettuata dall’Italia e per l’Italia da un depositario di magazzino fiscale autorizzato. Se venisse approvato (ipotesi remotissima perché verosimilmente verrà dichiarato inammissibile per estraneità della materia), l’emendamento potrebbe dare un input a bloccare in toto e per tutti la vendita delle sigarette elettroniche usa e getta contenenti o meno nicotina. Se così fosse, il passo che porterebbe a vietare sul web l’intera gamma dei prodotti liquidi da inalazione potrebbe risultare molto breve.

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