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Al Ministero della Salute presentato il volume sui numeri delle neoplasie, frutto della collaborazione tra varie associazioni e organismi di ricerca sanitaria. Questi i numeri: nel 2022 in Italia sono stati stimati 390.700 (205.000 negli uomini e 185.700 nelle donne) nuovi casi di tumore, +14.100 in soli due anni. I cinque carcinomi più frequenti sono quelli della mammella (55.700), colon-retto (48.100), polmone (43.900), prostata (40.500) e vescica (29.200). Serve più impegno per sensibilizzare i cittadini: il 33% è in sovrappeso, il 24% fuma e i sedentari sono passati dal 23% nel 2008 al 31% nel 2021. Pesano i ritardi nell’assistenza accumulati durante la pandemia, ma si registra una ripresa dei programmi di prevenzione secondaria e degli interventi chirurgici in stadio iniziale.
È allarme sugli stili di vita non sani. Così per l’abitudine tabagica si rivela che nel 2021, in Italia, il 24% dei 18-69enni fuma e il 16% è un ex-fumatore. Fra i fumatori uno su 4 (22%) consuma più di un pacchetto di sigarette al giorno. Fumano di più gli uomini rispetto alle donne, e anche i più giovani, i residenti nel Centro-Sud e chi si trova in situazioni svantaggio sociale (il fumo è più frequente fra le persone con molte difficoltà economiche o meno istruite). Negli ultimi anni la percentuale di fumatori si è comunque ridotta, lentamente ma significativamente, seguendo il trend in discesa che si osserva da almeno trenta anni. Fra il 2008 e il 2021 la quota di fumatori scende di circa 6 punti percentuali, dal 30% al 24%.
“Ancora una volta nessun accenno alle politiche di riduzione del danno – dice Giovanni Li Volti, direttore del Centro di ricerca sulla riduzione del danno da fumo di Catania (Coehar) – Il fumo di sigaretta convenzionale incide segnatamente su molti dei tumori evidenziati. Utilizzare strumenti efficaci per aiutare i fumatori che non riescono a smettere da soli con strumenti efficaci, come i prodotti privi di combustione, ridurrebbe l’incidenza dei tumori e l’aggravamento della malattie e sarebbe un vantaggio in più anche per le politiche economiche del sistema sanitario italiano”.
“Non ci illudiamo – continua il professor Riccardo Polosa, fondatore del Coehar – il peso delle morti per cancro e segnatamente per tumori fumo correlati come quelli del polmone e della vescica non si ridurrà negli anni a venire se non si metteranno in campo strategie di politica sanitaria innovative. Le attuali politiche di contrasto al tabagismo non bastano. E’ giunto il momento di un cambio di marcia in linea con le nuove sfide del XXI secolo. La riduzione del danno è un principio riconosciuto dalle più importanti autorità sanitarie internazionali incluse Inghilterra, Nuova Zelanda e Giappone. Una sua capillare adozione salverà milioni di vite nei prossimi anni”.