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SVAPOWORLD – Notizie internazionali dal 15 al 21 gennaio

In primo piano la Gran Bretagna che segna l'ennesimo punto a favore della riduzione del danno da fumo grazie alla diffusione delle sigarette elettroniche nelle carceri.

Gran BretagnaStudio: un successo le politiche antifumo nelle carceri basate sulla promozione della sigaretta elettronica
Le politiche antifumo entrate in vigore fra il 2015 e il 2018 in tutte le carceri del Regno Unito, che contemplavano il supporto della sigaretta elettronica, sono state coronate da successo. È il bilancio che emerge da uno studio intitolato “A qualitative study of the implementation and continued delivery of complete and partial smoke-free policies across England’s prison estate”. Il lavoro è stato realizzato da tre ricercatori della Scuola di medicina della University of Nottingham – John Britton, Leah Jayes e Rachel Murray – e da Jessica Waddingham del JJR Centre for Diabetes, Endocrinology and Metabolism di Aberdeen. Piuttosto complessa la metodologia di ricerca, per la quale rimandiamo all’approfondimento su Sigmagazine, anche in considerazione dell’articolazione del piano governativo che prevedeva un diverso approccio per le carceri chiuse e gli istituti aperti. Ma per i ricercatori “le politiche antifumo forniscono un’opportunità unica per promuovere la cessazione permanente in questo gruppo altamente svantaggiato”. Sarebbe opportuno tuttavia approfondire il percorso intrapreso, uniformando le politiche per l’intero universo carcerario. Ad esempio, suggeriscono gli autori della ricerca, “si potrebbe favorire l’astinenza del tabacco a lungo termine ponendo maggiore attenzione alla sostituzione del fumo con il vaping come modo per ridurre i danni legati al tabacco all’interno di questa popolazione”. Lo studio è stato pubblicato su Nicotine and Tobacco Research.

Divieto di fumo nelle carceri inglesi: il successo della sigaretta elettronica

 

NigeriaUna comunità di giornalisti e comunicatori per sostenere politiche di riduzione del danno
Costruire una comunità di giornalisti e comunicatori per aumentare il sostegno alle strategie di riduzione del danno da tabacco (Tobacco Harm Reduction, THR) è l’obiettivo di un’iniziativa in Nigeria. Lo ha rivelato un articolo scritto di recente da Gabriel Oke, operatore che racchiude nella sua esperienza tre campi di interesse: esperto di scienze biomediche, comunicazione e analisi dei dati. Oke ha guidato un programma di borse di studio intitolato THRJourno Project che ha formato 120 giornalisti e sostenitori della salute in comunicazione sanitaria e giornalismo per la THR. Si tratta di uno degli oltre 20 progetti sponsorizzati dalla Tobacco Harm Reduction Scholarship, un modo per aumentare la discussione sulla salute pubblica. Come risultato del progetto, i giornalisti usciti dai corsi hanno ora familiarità con le tematiche della riduzione del danno – ha spiegato Oke – e non sono più limitati alla difesa del “Dire no al fumo”. I progetti che coinvolgono comunicatori della salute, giornalisti e influencer della salute devono continuare a essere promossi attivamente in vari Paesi, specialmente in Africa, dove i tassi di fumo e le morti per malattie da esso determinate sono troppo elevati. “Se si riuscisse a raggiungere questo obiettivo al più presto, gli sforzi sarebbero maggiormente orientati a garantire che i fumatori possano realizzare i loro diritti umani nella possibilità di scegliere opzioni alternative alle sigarette”, ha commentato Oke. Secondo i dati più recenti, in Nigeria oltre 20 miliardi di stecche di sigarette vengono consumate ogni anno da 4,5 milioni di adulti, pari al 5,6% della popolazione. A fumare sono 4,1 milioni di uomini e 500.000 donne nigeriane, mentre 6,4 milioni di adulti sono esposti ai fumatori. È questa la vera epidemia da contrastare.

 

UsaStudio: più aumenta la vendita di sigarette elettroniche, più diminuisce quella delle sigarette di tabacco
L’aumento delle vendite di sigarette elettroniche è correlato in misura significativa a diminuzioni delle vendite delle sigarette tradizionali. È il risultato cui giunge uno studio americano, condotto da un gruppo di ricercatori di Pinney Associates e di Juul Labs, coordinato da Arielle Selya e intitolato “Sales of Electronic Nicotine Delivery Systems (Ends) and Cigarette Sales in the Usa: A Trend Break Analysis”. La ricerca si è focalizzata sull’ipotesi di un’associazione fra aumento delle vendite dei prodotti del vaping e diminuzione di quelle del tabacco combusto, esaminando i dati delle vendite settimanali pro capite di sigarette e prodotti del vaping fra il 2014 e il 2019 provenienti da un campione nazionale di rivendite fisiche. Dopo vari incroci di dati e valutazioni di ulteriori fattori come quelli macroeconomici, i ricercatori sono giunti alla conclusione che una correlazione tra i due fenomeni c’è. A ogni unità di prodotto del vaping acquistata pro capite corrispondeva infatti una vendita di 1,4 pacchetti di sigarette in meno rispetto a quanto atteso. Un risultato che per gli autori dello studio è la prova “di un possibile impatto a livello di popolazione delle sigarette elettroniche sulla riduzione del fumo”. Una conferma dell’efficacia delle politiche di riduzione del danno nella lotta contro il tabagismo. Gli autori ne sono sicuri e scrivono: Ciò fornisce la prova che le e-cigarette agiscono come un sostituto delle sigarette ed è possibile che contribuiscano al calo del consumo nazionale di sigarette”. Lo studio è stato pubblicato sul Journal of Consumer Policy e l’articolo di Sigmagazine offre ulteriori spunti.

Sigarette elettroniche sostitute del tabacco: se aumenta il consumo, diminuisce il fumo

 

KenyaPer risanare il bilancio pubblico si pensa ad aumentare le tasse sulle sigarette (anche quelle elettroniche)
L’Autorità delle entrate del Kenya (KRA), l’agenzia che governa le questioni fiscali nel Paese africano, intende aumentare l’imposta di bollo sulle sigarette combustibili, su quelle elettroniche e sugli altri dispositivi di somministrazione di nicotina a 5 KES (la moneta locale, pari 0,04 dollari) dagli attuali 2,8 KES. Lo riporta il quotidiano locale The Star. L’agenzia ha invitato cittadini a esprimere il proprio parere sulla proposta entro il prossimo 3 febbraio. La mossa, commenta il quotidiano kenyano, sembra essere una risposta alla direttiva inviata dal presidente William Ruto alla KRA di raddoppiare la raccolta di entrate da 2.100 miliardi a oltre 4.000 miliardi di KES. Lo scorso novembre infatti, il presidente ha dichiarato che l’aumento delle entrate avrebbe aiutato il Paese ad alleggerire l’onere del debito. Una misura che, rischiando di coinvolgere anche gli strumenti alternativi e a danno ridotto di somministrazione della nicotina, finisce con il penalizzare le politiche sanitarie finalizzate alla riduzione del tasso di fumatori, appesantendo proprio uno dei capitoli ovunque più impegnativi dei bilanci pubblici: quello sanitario.

 

CanadaMinistri a sostegno dell’alternativa e-cig nella settimana nazionale senza fumo
La annuale National Non-Smoking week, la settimana nazionale senza fumo che si è svolge in canada, ha portato in dote un’importante dichiarazione a sostegno delle politiche di riduzione del danno da parte del Ministro della salute Jean-Yves Duclos, e di quello della salute mentale e dipendenze, Carolyn Bennett. In una dichiarazione congiunta, i due ministri, dopo aver ricordato quanto possa essere difficile per molti fumatori abbandonare il fumo, hanno affermato che “le evidenze scientifiche suggeriscono che le sigarette elettroniche, seppure non innocue, espongono i fumatori a livelli inferiori di sostanze chimiche dannose rispetto a continuare a fumare”. Un impegno informale a promuovere alternative meno dannose come la sigaretta elettronica, preso all’avvio di un evento che, come altri simili in giro per il mondo, rappresenta un’occasione per promuovere fra i i benefici di una vita senza fumo. L’obiettivo che il governo canadese si è prefisso è di raggiungere entro il 2035 lo “status” di Paese senza fumo, che significa avere una quota di fumatori non superiore al 5% della popolazione. Un obiettivo che il Canada vuol raggiungere anche grazie al supporto della sigaretta elettronica.

Canada, il Ministro della salute Duclos apre alla sigaretta elettronica

 

MessicoDivieto di fumo in luoghi pubblici, ma altre restrizioni riguarderanno anche lo svapo nelle aree al chiuso
Il governo messicano ha vietato il fumo nei luoghi pubblici. Lo riporta il quotidiano Mexico News Daily. Ma non è l’unica misura adottata: l’esecutivo ha infatti inoltre vietato la pubblicità, la promozione e la sponsorizzazione dei prodotti del tabacco, il che comporta il fatto che le sigarette non possono essere esposte all’interno dei negozi. Anche le sigarette elettroniche e i prodotti a base di tabacco riscaldato sono soggetti a nuove restrizioni, soprattutto in ambienti chiusi, come riporta la BBC, senza specificare le misure. L’ostilità al vaping del governo latino-americano non è tuttavia una sorpresa: già l’anno scorso il Messico ha vietato l’importazione, la vendita e la distribuzione di prodotti per il vaping e il tabacco riscaldato.

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