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SVAPOWORLD – Notizie internazionali dal 22 al 28 gennaio

L'istituto di sanità canadese abbraccia il principio della riduzione del danno e si rivolge direttamente ai fumatori: "Se non riuscite a smettere, provate la sigaretta elettronica".

CanadaL’agenzia governativa della sanità riafferma il valore della sigaretta elettronica come strumento di riduzione del danno
L’agenzia governativa Health Canada ha ribadito con una nota sul suo profilo Twitter un aperto sostegno alla sigaretta elettronica come strumento di riduzione del danno da fumo. “Passare alla sigaretta elettronica con nicotina  è meno dannoso di continuare a fumare”, scrive Health Canada, “e sebbene il vaping comporti dei rischi, le evidenze scientifiche suggeriscono che possa aiutare i fumatori a smettere”. Un rimando al sito ufficiale dell’agenzia permette di approfondire questo e altri metodi di riduzione del danno. Infine il consiglio diretto ai fumatori: “Se non riuscite a smettere con i metodi approvati passare completamente allo svapo riduce significativamente la vostra esposizione alle sostanze tossiche contenute nel fumo di tabacco”. Il Canada sembra dunque avviato a seguire il modello britannico, piuttosto che la pulsione proibizionista dei vicini Stati Uniti d’America.

Il Ministero della salute canadese invita a passare alla sigaretta elettronica

 

Nuova ZelandaL’appello delle organizzazioni pro vaping: nuove misure del governo non penalizzino gli utilizzatori di e-cig
Le proposte di nuove misure in Nuova Zelanda non devono colpire i fumatori che cercano disperatamente di smettere. È l’appello dell’organizzazione Coalition of Asia Pacific Tobacco Harm Reduction Advocates (Caphra), particolarmente attiva in questo periodo nel delicato e decisivo scacchiere dell’Asia-Pacifico. “I neozelandesi devono esprimersi sulle misure proposte dal governo per il vaping giovanile, che si concluderanno il 15 marzo”, è l’invito rinnovato dalla coordinatrice esecutiva dell’organizzazione Nancy Loucas. L’appello fa seguito al lancio, da parte del ministro della Salute Ayesha Verrall, di un documento di consultazione intitolato “Proposte per il regime normativo del tabacco da fumo”. Oltre alla riduzione del tabacco combustibile, le proposte includono l’inasprimento delle attuali restrizioni sui requisiti di sicurezza e sulle confezioni dei prodotti per il vaping. Vengono inoltre prese in considerazione alcune restrizioni sull’ubicazione degli Specialist Vape Retailers (SVR) e la riduzione dei livelli di nicotina nei device monouso. “Il ministro ha chiarito di non voler limitare l’accesso o la disponibilità di prodotti per il vaping per coloro che desiderano smettere di fumare e passare a prodotti meno dannosi”, ha aggiunto Loucas, “tuttavia, la nostra preoccupazione è che alcune di queste misure facciano proprio questo, ostacolando lo Smokefree Aotearoa 2025”, l’ambizioso piano governativo di rendere la Nuova Zelanda un Paese libero dal fumo entro i prossimi tre anni. Obiettivo difficilmente raggiungibile senza una politica di riduzione del danno che poggi sulla diffusione – e non sulla penalizzazione – della sigaretta elettronica.

 

Usa – Lettera di fuoco a Bloomberg firmata Innco: tu impedisci a oltre 1 miliardo di fumatori di accedere ad alternative più sicure
La rete internazionale di consumatori di nicotina Innco contro Michael Bloomberg. Con una lettera aperta indirizzata direttamente al miliardario americano, Charles Gardner, direttore esecutivo di Innco, gli lancia l’accusa di essere il motore della demonizzazione della riduzione del danno da fumo e dei suoi strumenti come la sigaretta elettronica, non solo negli Stati Uniti ma anche a livello mondiale. “Siamo ex fumatori che hanno smesso ‘nel modo sbagliato’. Siamo stigmatizzati e ignorati. Siamo esclusi dalla discussione delle politiche che ci riguardano e siamo costantemente (offensivamente e a torto) accusati di essere burattini dell’industria”, esordisce Gardner, che usa toni volutamente emozionali, e prosegue: “Questo modello di esclusione e stigmatizzazione è, in parte, dovuto al tuo ottuso rifiuto della riduzione del danno, Mike. Spendi oltre 150 milioni di dollari all’anno per promuovere politiche che impediscono a 1,3 miliardi di persone che usano forme tossiche di tabacco di accedere ad alternative più sicure”. Infine, l’accusa più potente: “E io questo lo chiamo omicidio”. L’appello finale ricolto al miliardario, ma anche i richiami di questa lettera a un precedente famoso nell’approfondimento di Sigmagazine.

Sigaretta elettronica, Innco contro Bloomberg: “Sei colpevole di omicidio”

 

Indonesia – Il governo avvia valutazione su rischi legati all’e-cig, si rischia il divieto
L’Indonesia potrebbe vietare le sigarette qualora una valutazione richiesta dal governo dovesse concludere che esse sono dannose per la salute pubblica. Lo riporta il quotidiano Antara News. In un intervento all’Università dell’Indonesia a Giacarta, il vicepresidente Ma’ruf Amin ha dichiarato che sarà condotta una valutazione approfondita degli effetti delle sigarette elettroniche sulla salute pubblica prima che il governo prenda una decisione su un ipotetico divieto. Se le sigarette elettroniche si riveleranno sicure per la salute pubblica, il governo prenderà in considerazione la possibilità di tassare questi prodotti, ha aggiunto. Il problema è naturalmente quello delle fonti cui si affiderà la valutazione del governo: quali istituzioni saranno chiamate a offrire il proprio parere, a quali studi si ricorrerà nell’analisi scientifica e quali discrezionalità manterrà l’esecutivo su queste decisioni. Per le organizzazioni pro-vaping e a sostegno della riduzione del danno si prennuncia una dura battaglia, tanto più in continente che resta fondamentalmente scettico – se non ostile – alla sigaretta elettronica. E non certo per motivi sanitari.  In precedenza, il governo indonesiano aveva proposto una serie di misure restrittive sui prodotti del tabacco: tra le altre, rafforzare le avvertenze sanitarie sulle confezioni di tabacco, limitare la pubblicità e proibire la vendita di sigarette singole.

Sigarette elettroniche usa e getta: la Francia le tassa, la Scozia le vieta

Francia/ScoziaLe misure dei due governi per contenere la diffusione dell’e-cig usa e getta
Preoccupazione da parte di molti governi europei per la diffusione delle sigarette elettroniche usa e getta. Sigmagazine fa il punto su due casi europei. Quello della Francia, che ha imposto una tassazione di circa 6 euro per millilitro di liquido contenuto, che porta a una spesa media attorno ai 18 euro, prezzo che porta lo strumento di fatto fuori mercato. E quello della Scozia, dove il governo ha commissionato uno studio per capire il reale impatto delle sigarette elettroniche nell’ambiente e il cui risultato sarà inglobato nella riforma della legge sul tabacco prevista per il prossimo autunno. 

Global – Studio: ecco l’atlante delle associazioni che tutelano i diritti dei vaper, l’Europa è in pole position
Cinquantadue associazioni sparse in tutto il mondo si battono per i difendere i diritti degli svapatori e tutelare i prodotti con nicotina a rischio ridotto come le sigarette elettroniche. È il dato che emerge da uno studio pubblicato su Public Health Challenges e intitolato “Global survey of consumer organizations advocating for safer nicotine products”. È stato realizzato da Tomasz Jerzyński dell’Istituto per gli affari sociali Robert Zajonc presso l’Università di Varsavia, Gerry Stimson, docente emerito presso l’Imperial College di Londra e Jessica Harding, tutti appartenenti all’organizzazione britannica Knowledge Action Change. Oggetto dello studio, appunto, le organizzazioni dei consumatori impegnate nel campo della riduzione del danno da fumo. I dati in sintesi. Delle 52 associazioni rilevate, la maggior parte è in Europa, ben 24. Se ne contano invece 13 in America Latina, 8 in Africa, 5 nella regione Asia-Pacifico e 2 in America del Nord. Si tratta perlopiù di piccole organizzazioni basate sul lavoro volontaristico degli aderenti e dotate di scarsi mezzi finanziari. È il tasto dolente emerso dalla ricerca. Ben 31 organizzazioni hanno dichiarato di non ricevere alcun sostegno economico. Delle 21 rimanenti, 16 hanno un reddito compreso fra i 250 e i 10 mila dollari, mentre solo 5 superano quel tetto. Le principali fonti di finanziamento sono le donazioni e le campagne di tesseramento. Tre associazioni hanno dichiarato di aver ricevuto donazioni da aziende del vaping e nessuna ha ricevuto denaro dall’industria del tabacco o del farmaco. L’articolo di approfondimento su Sigmagazine.

La mappa mondiale delle associazioni dei consumatori di sigarette elettroniche

 

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