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Sigaretta elettronica, gli esperti: seguire esempio di Regno Unito e Nuova Zelanda

Nancy Rigotti e Kenneth Warner, accademici di fama internazionale, spiegano perché il vaping può contribuire a sconfiggere il fumo.

Le istituzioni sanitarie di Inghilterra e Nuova Zelanda e le associazioni professionali dei medici interpretano la bilancia dei rischi e dei benefici della sigaretta elettronica in maniera favorevole a quest’ultima e incoraggiano gli operatori sanitari a considerarle al pari dei medicinali e del sostegno comportamentale per smettere di fumare. Noi apprezziamo questo approccio e raccomandiamo alle organizzazioni sanitarie americane, canadesi e australiane di tenere in maggiore considerazione la sigaretta elettronica come strumento per smettere di fumare”. È la dottoressa Nancy Rigotti, dal sito del Massachusetts General Hospital, a ribadire i punti fermi di uno studio di cui è coautrice e che sta facendo molto parlare nella comunità scientifica. Il lavoro, di cui vi abbiamo parlato alcuni giorni fa, è stato pubblicato su Nature con il titolo “Nicotine E-Cigarettes as a Tool for Smoking Cessation” e afferma la validità del vaping come aiuto per i fumatori. Ma gran parte del clamore che ha sollevato è dovuto alla levatura dei suoi quattro autori (Kenneth E. Warner, Neal L. Benowitz, Ann McNeill e Nancy Rigotti), tutti accademici esperti di cessazione del fumo di fama internazionale.
Per capire di chi stiamo parlando, vale la pena di dare un’occhiata al curriculum di Rigotti, che attualmente è capo associato della Divisione di medicina interna generale presso il Massachusetts General Hospital, fondatrice e direttrice del Centro di ricerca e cura del tabacco della stessa struttura e co-direttrice del Mass General site presso la Harvard Medical School Fellowship. Dal 2008 al 2009 ha presieduto la Society of General Internal Medicine, dal 2003 al 2004 la Society for Research in Nicotine and Tobacco, dal 1985 al 1990 è stata direttore associato dell’Institute for the Study of Smoking Behavior and Policy presso la John F. Kennedy School of Government dell’Università di Harvard. È stata redattore scientifico del Surgeon General’s Report on Tobacco del 1989 ed è stata vicedirettore di Nicotine & Tobacco Research. Ha all’attivo oltre 250 pubblicazioni scientifiche e ha ricevuto diversi riconoscimenti per la sua ricerca sulla cessazione del fumo. Non certo un ricercatore alle prime armi o in cerca di fama.
E proprio alla luce di questa sua decennale esperienza, Nancy Rigotti afferma che le sigarette elettroniche sono un ausilio per i fumatori adulti. Dal loro studio, spiega, emerge che l’e-cig aiuta a smettere di fumare più delle terapie sostitutive con nicotina e che esiste una relazione inversa fra vendita di sigarette elettroniche e di tabacco: più si comprano le prime, meno si comprano le seconde. Rigotti ricorda anche che a causare i danni del fumo non è la nicotina e che il numero di sostanze chimiche contenute nel vaping è enormemente inferiore al fumo e che le sostanze tossiche presenti in entrambi sono in concentrazioni molto più basse nella sigaretta elettronica.
Dal sito della University of Michigan le fa eco un altro autore dello studio, Kenneth Warner, docente emerito si Salute pubblica e di Politica e gestione sanitaria e rettore emerito della Scuola di salute pubblica dell’ateneo. “Troppi adulti che vogliono smettere di fumare non riescono a farlo – spiega – Le sigarette elettroniche costituiscono il primo nuovo strumento per aiutarli da decenni. Eppure relativamente pochi fumatori e operatori sanitari ne apprezzano il potenziale valore”. Anche Warner conclude il suo intervento con un appello ai governi, affinché seguano l’esempio di Regno Unito e Nuova Zelanda. “Le sigarette elettroniche non sono la bacchetta magica che porrà fine alla devastazione provocata dal fumo di sigaretta – afferma –  ma possono contribuire a questo nobile obiettivo di salute pubblica”.

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