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Usa – Studio: l’impatto della sigaretta elettronica sulle strategie commerciali dei giganti del tabacco
Non è stata l’industria del tabacco a spingere verso il vaping per recuperare il business perduto con il tabacco, ma è stata la crescita dell’industria del vaping a costringere i colossi del tabacco a sviluppare prodotti a rischio ridotto. È la conclusione cui giunge uno studio intitolato “Do Tobacco Companies Have an Incentive to Promote “Harm Reduction” Products?: The Role of Competition”, condotto da un pool di otto accademici americani, inglesi e canadesi, coordinati da David T. Levy del Lombardi Comprehensive Cancer Center della Georgetown University. Fra i nomi noti della ricerca sul vaping troviamo anche David Sweanor dell’Università di Ottawa, Clifford Douglas dell’Università del Michigan e K. Michael Cummings della Medical University of South Carolina. Lo studio si è focalizzato sul comportamento delle aziende produttrici di sigarette negli Stati Uniti, mettendo a confronto la concorrenza prima e dopo il 2012 e analizzando l’impatto della crescita dei vaporizzatori personali di nicotina (le e-cigarette) sulla prevalenza del fumo e sui profitti delle società di tabacco ed esaminando il potenziale ruolo futuro della concorrenza. Il risultato cui sono giunti gli studiosi è inequivocabile: da quando i consumatori si sono rivolti sempre più verso prodotti con nicotina non combustibili (sigarette elettroniche, riscaldatori di tabacco, prodotti per uso orale), le aziende del tabacco hanno acquisito importanti quote in queste categorie di prodotti. Un ulteriore approfondimento sulla metodologia della ricerca e sui risultati stessi nell’articolo di Sigmagazine.
La sigaretta elettronica ha spinto Big Tobacco verso prodotti meno dannosi
Canada – Evali, cancellato il riferimento alla sigaretta elettronica (era ora!)
Il governo canadese ha tolto il riferimento alla sigaretta elettronica dall’acronimo che indica la patologia polmonare legata al consumo di cannabis illegale, passando da Evali – che ha accompagnato l’intera vicenda dei casi di lesioni polmonari in alcuni casi letali negli Usa alla fine del 2019 – al più corretto Vali. Non è una pignoleria o un cambio di poco conto. Con questo passaggio, il governo canadese riconosce che in quella vicenda, che tanto impressionò l’opinione pubblica e che ha causato un danno d’immagine di lungo periodo per l’intero settore del vaping, la sigaretta elettronica non c’entrava nulla. Il riconoscimento scientifico era già avvenuto alcune settimane dopo lo scoppio dei casi e ha posto una pietra tombale sulla qualità dell’informazione giornalistica statunitense che avviò senza ritegno una campagna sensazionalistica. Ora giunge quello nominativo. Almeno in Canada. Perché negli Usa, dove la vicenda nacque e dove fu gestita in maniera molto approssimativa da autorità e media, ancora si attende un tale passo. L’approfondimento di Sigmagazine approfitta della novità dal Canada per ricostruire utilmente l’intera vicenda.
Canada: via il riferimento alla sigaretta elettronica dal nome di Evali
Germania – Associazione commercianti Bvte critica l’invito a vietare lo svapo
Botta e risposta tra il ministero con competenze anche sulla salute del Land Baden-Würrtemberg e l’associazione di categoria Bvte. Secondo l’Associazione tedesca dell’industria del tabacco e dei nuovi prodotti (Bundesverband der Tabakwirtschaft und neuartiger Erzeugnisse, Bvte), le recenti richieste di vietare le sigarette elettroniche arrivate dal governo del Land sud-occidentale tedesco mancano di basi scientifiche. Poco tempo fa, in un’intervista rilasciata all’agenzia di stampa tedesca Dpa, Manne Lucha, Ministro dei Verdi degli affari sociali, della salute e dell’integrazione del Land del Baden-Württemberg, aveva affermato che le sigarette elettroniche dovrebbero essere trattate come le sigarette a combustione e che i prodotti del vaping aromatizzati dovrebbero essere vietati. “È scientificamente riconosciuto che l’assunzione di sostanze nocive quando si svapano sigarette elettroniche è molto più bassa rispetto a quando si fuma tabacco”, ha replicato all’incauto ministro Jan Mücke, amministratore delegato del Bvte, “con le sue dichiarazioni post-fattuali, il ministro sta causando incertezza nei consumatori con conseguenze controproducenti per la politica sanitaria”.
Germania, si accende il dibattito sui divieti per la sigaretta elettronica
Usa – Il direttivo di Innco sconfessa la lettera di fuoco del suo direttore a Bloomberg: toni e linguaggio eccessivamente aggressivi
Acque agitate all’interno di Innco, la rete internazionale dei consumatori di nicotina fondata nel 2016 che raccoglie molte associazioni di consumatori di sigarette elettroniche e altri prodotti a rischio ridotto. Motivo dei malumori, la veemente lettera aperta che lo scorso 24 gennaio il direttore esecutivo Charles Gardner ha indirizzato a Michael Bloomberg (di cui abbiamo scritto la scorsa settimana), nella quale il miliardario americano veniva accusato senza troppi giri di parole di essere un omicida in quanto motore della campagna mondiale contro la sigaretta elettronica. Toni forti che però non sono piaciuti al comitato direttivo, che sconfessa il suo esponente, dichiarando l’intenzione di ritirare la lettera. “Pur con buone intenzioni ed esprimendo la profonda frustrazione provata da molti consumatori e sostenitori per la feroce opposizione alla riduzione del danno istigata da molte organizzazioni finanziate da Bloomberg – recita un comunicato stampa firmato dal presidente Rob de Lange dell’associazione olandese Acvoda – il comitato ritiene che il tono e il linguaggio eccessivamente aggressivi espressi in questa lettera siano inappropriati”. La vicenda, dal punto di vista dell’organizzazione interna di Innco, potrebbe comunque non chiudersi qui e concludersi con un cambio al vertice dell’organizzazione.
Innco sconfessa la lettera a Bloomberg sulle sigarette elettroniche
Asia/Pacifico – Caphra abbandona Incco dopo la lettera di fuoco a Bloomberg: la nostra advocacy usa altri mezzi
Come Caphra abbiamo un’altra forma di advocacy rispetto ad altre associazioni e molto ha a che fare con il background culturale e sociale del contesto nel quale ci troviamo ad operare, quello dell’area Asia-Pacifico. Inizia così la dichiarazione con cui l’associazione pro-vaping che copre questa difficile area geografica annuncia la fine dell’affiliazione a Innco. I riferimenti al caso scatenato dalla lettera di fuoco inviata dal direttore esecutivo di Innco a Bloomberg (e da cui ha preso le distanze la stessa Innco) sono subito evidenti. Noi siamo più orientati al rispetto e all’integrità della comunicazione e alla costruzione di relazioni e collaborazioni, prosegue la dichiarazione di Caphra, mentre il tono attivistico utilizzato dal direttore Charles Gardner è molto lontano dai nostri sentimenti e dal nostro modo di intendere la nostra attività. È una lettera – aggiunge Caphra – che danneggia il nostro lavoro in una regione nella quale si vive un momento molto delicato, in cui cerchiamo di lavorare con i rispettivi governi per portare avanti proposte che sono comuni a tutti coloro che hanno a cuore le politiche di riduzione del danno. Bloomberg ha compiuto molti errori, il messaggio era giusto ma il modo in cui è stato presentato è un problema, conclude la dichiarazione.
Global – Nel World Cancer Day Ieva ribadisce l’importanza della sigaretta elettronica nella lotta contro i tumori
In occasione del World Cancer Day, la giornata mondiale contro il cancro che si celebra sabato 4 febbraio, Ieva, l’associazione che riunisce i produttori europei di prodotti per il vaping, ha lanciato un messaggio per ribadire il valore delle politiche di riduzione del danno nella lotta contro i tumori e l’importanza dei prodotti che riducono gli effetti negativi del fumo sulla salute come le sigarette elettroniche. Ieva riassume innanzitutto alcuni numeri. Solo per restare all’Europa, si ricorda come il 19,7% dei cittadini europei fumino a tutt’oggi quotidianamente e che ogni anno nell’Ue 700 mila decessi siano riconducibili al fumo. Un fumatore su due muore prematuramente, in media di 14 anni, e in totale il 27% dei tumori è attribuito al consumo di tabacco combusto: questo fa del fumo la principale causa di cancro prevenibile. Ecco perché “la Giornata mondiale contro il cancro è una grande opportunità per sottolineare l’importanza della riduzione del danno da tabacco”, ha detto il presidente di Ieva Dustin Dahlmann, “molti fumatori non sono consapevoli dei vantaggi che il passaggio al vaping può portare loro. Informarli sui vantaggi delle sigarette elettroniche è un compito urgente della politica sanitaria dell’Unione europea. In questo modo, sarà possibile ridurre notevolmente il numero di malattie e decessi legati al fumo nell’Ue”.
World Cancer Day, Ieva: “Sigaretta elettronica fondamentale nella lotta al fumo”