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I medici devono dare informazioni corrette sulla sigaretta elettronica
Per Ieva, associazione europea dei produttori, è fondamentale il coinvolgimento di chi ogni giorno si confronta direttamente con i fumatori.
“È di fondamentale importanza che i fumatori siano informati sulla riduzione del danno. Gli operatori sanitari hanno questa responsabilità, in quanto medici a diretto contatto con le persone che vogliono smettere di fumare”. Dustin Dahlmann, direttore dell’associazione europea dei produttori di prodotti per il vaping Ieva, si appella direttamente a chi opera in campo sanitario, affinché riconoscano e comunichino al pubblico i vantaggi di passare alla sigaretta elettronica.
L’occasione per affrontare questo tema, è data da un articolo apparso poche settimane fa sulla rivista Nursing Times a firma di Debbie Robson e Ann McNeill del King’s College di Londra e John Waldron della fondazione benefica Action on smoking and health (Ash) del Regno Unito. I tre esperti ricordavano che le e-cigarette sono al momento lo strumento più popolare per smettere di fumare, utilizzato da 4,3 milioni di adulti, per la maggior parte ex fumatori. “Svapare comporta solo una piccola parte dei rischi della salute del fumo – spiegavano – e i fumatori dovrebbero essere incoraggiati a ricorrere ai prodotti del vaping per smettere di fumare”, esprimendo poi la preoccupazione che i falsi miti e le percezioni sul vaping possano mettere a rischio l’uso delle sigarette elettroniche come strumento per la cessazione.

Dahlmann sposa questa opinione: “I fatti sulla riduzione del danno – afferma – sono disponibili. Se un numero maggiore di fumatori che non riesce a smettere con altri mezzi, passasse alla sigaretta elettronica, milioni di persone in tutto il mondo potrebbero vivere una vita migliore e più lunga. La politica sanitaria del Regno Unito dovrebbe essere un fulgido esempio per tutti i responsabili politici”. Il governo britannico, ricorda ancora il direttore di Ieva, consiglia il vaping in quanto del 95% meno dannoso del fumo, sostenendo che il rischio di sviluppare il cancro per i vaper sia del 99,5% inferiore rispetto ai fumatori.
Eppure, secondo uno studio pubblicato nel 2020 sullo European Journal of Public Health, in Europa solo il 28% dei fumatori sa che lo svapo è molto meno dannoso. E, a fronte delle 700 mila persone che ogni anno muoiono nel continente per malattie fumo correlate, è un problema a cui bisogna porre rimedio, dando ai fumatori una corretta informazione. E a farlo deve essere soprattutto chi si occupa di salute.
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