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Nuova Zelanda: il Ministero della salute promuove la sigaretta elettronica

Nell'aggiornamento della sua posizione, sgombra il campo da falsi miti e evidenzia il potenziale del vaping per sconfiggere il fumo.

È di pochi giorni fa, precisamente del 17 marzo, l’ultimo aggiornamento della posizione del Ministero della salute neozelandese sulla sigaretta elettronica. E si tratta di una revisione che apre ancora di più le porte al vaping, inteso come strumento per smettere di fumare, rispetto al passato. Una evoluzione del tutto logica per un Paese che in pochi anni è passato dal divieto di vendita per i liquidi con nicotina a promuovere attivamente la sigaretta elettronica fra fumatori e che, in questo breve lasso di tempo, ha già raccolto i frutti di questa strategia di riduzione del danno in termini di calo record dei tassi di fumatori.
Nel documento, il Ministero della salute afferma di credere che i prodotti del vaping possano contribuire a raggiungere l’obiettivo Smokefree 2025, cioè di contenere il numero dei fumatori entro il 5%, ponendo fine alle attuali disparità sanitarie, che vedono la dannosa abitudine diffusa soprattutto fra le minoranze etniche e le fasce di popolazione più fragili. “L’opinione degli esperti – spiega il Ministero – è che le sigarette elettroniche siano molto meno dannose del tabacco da fumo, anche se non del tutto innocue. Nel vapore è stata trovata una serie di sostanze tossiche, inclusi alcuni agenti che causano il cancro, ma, in generale, a livelli molto inferiori a quelli riscontrati nel fumo di sigaretta o a livelli che difficilmente possono causare danni. È molto probabile che i fumatori che passano al vaping riducano i rischi per la loro salute e per coloro che li circondano”.
Il documento esclude ancora il rischio di avvelenamento da nicotina, quando i prodotti del vaping sono utilizzati in modo appropriato, e afferma che essi rilasciano livelli trascurabili di nicotina e altre sostanze tossiche nell’aria ambiente senza rischi per la salute identificati per gli astanti, rifiutando dunque qualsiasi allarmismo sul cosiddetto “vapore passivo”. Naturalmente è fondamentale che le sigarette elettroniche siano una via di uscita dal fumo e non una via di ingresso per non fumatori e minori, un equilibrio che la Nuova Zelanda ha cercato di raggiungere con una legislazione equilibrata entrata in vigore alla fine del 2020. Il messaggio del Ministero della salute è riassunto in nove punti chiave:

  • La cosa migliore che i fumatori possono fare per la loro salute è smettere di fumare per sempre.
  • I prodotti del vaping sono destinati esclusivamente ai fumatori.
  • Il Ministero ritiene che i prodotti del vaping potrebbero annullare le disuguaglianze e contribuire a raggiungere l’obiettivo Smokefree 2025.
  • Le evidenze scientifiche indicano che le sigarette elettroniche comportano un rischio molto inferiore rispetto al fumo di sigarette, ma non sono esenti da rischi.
  • Sono in aumento le evidenze scientifiche che provano che la sigaretta elettronica può aiutare le persone a smettere di fumare.
  • I centri antifumo devono supportare i fumatori che scelgono di utilizzare l’e-cigarette per smettere di fumare.
  • Non ci sono prove internazionali che il vaping stia mettendo in pericolo il declino a lungo termine del fumo di sigaretta tra adulti e giovani e potrebbe in realtà contribuirvi.
  • Nonostante alcune sperimentazioni tra i non fumatori, i prodotti del vaping stanno attirando pochissime persone che non hanno mai fumato verso il consumo abituale, compresi i giovani.
  • Se utilizzati come previsto, i prodotti per il vaping non presentano alcun rischio di avvelenamento da nicotina per gli utilizzatori, ma i liquidi devono essere confezionati in confezioni a prova di bambino.

Il Ministero conclude garantendo che continuerà a tenere sotto controllo l’impatto sulla salute pubblica e individuale delle e-cig, gli effetti a lungo termine e la loro efficacia come strumenti di cessazione. E assicura che continuerà anche a rispettare gli obblighi previsti dall’articolo 5.3 della Convenzione quadro dell’Oms sul controllo del tabacco per proteggere la politica della salute pubblica dagli interessi commerciali e di altro tipo dell’industria del tabacco. Un richiamo, quello all’Oms, che potrebbe far sperare che la Nuova Zelanda sia pronta a schierarsi in difesa degli strumenti di riduzione del danno e contro gli attacchi dei proibizionisti durante la prossima Conferenza delle parti, in programma a novembre di quest’anno.

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