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“Riteniamo che le strategie di controllo del fumo debbano essere rielaborate in modo da includere la riduzione del danno. Oltre alle misure tradizionali per la prevenzione e la cessazione del fumo, bisognerebbe incoraggiare i prodotti alternativi a rischio ridotto”. Lo afferma il documento di sintesi, pubblicato ieri, mercoledì 22 marzo, del 5° Summit scientifico sulla riduzione del danno da fumo organizzato lo scorso settembre da Scohre (International Association on Smoking Control and Harm Reduction) ad Atene. A firmarlo associazioni sanitarie e associazioni dei consumatori di sigarette elettroniche e prodotti alternativi che hanno partecipato all’incontro: la European Medical Association, la spagnola Plataforma para la reducción del daño por tabaquismo, la Tunisian Society of Tabaccology and Addictive Behaviors, la kazaka Densaulyk Harm Reduction Association, l’Indonesian Tar Free Coalition, la brasiliana Direta, insieme alle organizzazioni dei consumatori Ethra, Innco e l’italiana Anpvu nella persona del presidente Carmine Canino.
Il documento ricorda che la nicotina, pur causando dipendenza, ha un ruolo trascurabile nella mortalità correlata al fumo e infatti viene utilizzata nel controllo del tabacco e per smettere di fumare. È fondamentale non solo che tutte le parti in causa ne siano consapevoli, ma anche offrire basi scientifiche sull’utilità dei prodotti alternativi alle sigarette per limitare gli effetti negativi del fumo. “La letteratura scientifica – spiegano i firmatari – fornisce sempre più prove sull’efficacia della riduzione del danno per aiutare coloro che non sono in grado di smettere di fumare. In un’era di innovazione tecnologica, emergono continuamente nuovi approcci basati su alternative più sicure rispetto alle sigarette per quei fumatori che per vari motivi non riescono a smettere completamente di fumare. Laddove la cessazione fallisce ripetutamente, il passaggio a prodotti meno dannosi avrà un effetto positivo per molti fumatori”.
Adesso il compito, continua il documento, è aumentare la consapevolezza e creare opportunità per informare gli esperti di politica sanitaria, i legislatori e il pubblico sui benefici della riduzione del danno: “Pazienti meglio informati producono risultati migliori. Medici e funzionari di sanità pubblica meglio informati producono pazienti meglio informati. Politici meglio informati producono politiche più efficaci. Le autorità di regolamentazione e i responsabili politici dovrebbero prendere decisioni informate e basate su prove scientifiche”.
E proprio la ricerca scientifica è un altro nodo fondamentale, secondo i partecipanti al summit di Scohre. Non bisogna impedire, spiegano, la produzione di nuove evidenze, la libertà accademica, la valutazione dei nuovi prodotti paragonandoli al fumo per dissipare ogni dubbio e vincere la resistenza di chi si oppone alla riduzione del danno, sostenendo che tutti i prodotti con nicotina sono dannosi come le sigarette per la salute. “Le autorità – conclude il documento – hanno l’obbligo di informare i cittadini sui rischi minori che i nuovi prodotti hanno in confronto alle sigarette indubbiamente mortali. Omettere di informare il pubblico sui rischi relativi e di incoraggiare i fumatori a passare ad alternative con nicotina più sicure è negligente ed è una violazione dei diritti dei consumatori”.
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