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Cop 10, il futuro della sigaretta elettronica parla inglese

Secondo il Global State of Tobacco Harm Reduction, il Regno Unito dovrà assumere la leadership a tutela degli 82 milioni di vaper nel mondo.

Proprio nella settimana dopo l’annuncio da parte del governo del Regno Unito del programma “Swap to Stop”, vede la pubblicazione su una rivista scientifica la ricerca condotta dal Global State of Tobacco Harm Reduction (Gsthr), progetto dell’agenzia sanitaria britannica Knowledge Action Change. Mentre il viceministro per la salute Neil O’Brien annuncia che un milione di fumatori riceverà gratuitamente un kit per iniziare a svapare, dalle pagine di Drugs, Habits and Social Policy il lavoro firmato da Gerry Stimson e Tomasz Jerzyński attesta che fra il 2020 e il 2021 in tutto il mondo gli utilizzatori adulti di sigaretta elettronica sono passati da 68 a 22 milioni: un incremento del 20%. I numeri sono quelli già diffusi dall’organizzazione un anno fa. Quello che cambia è che la ricerca appena pubblicata, intitolata “Estimation of the global number of vapers: 82 million worldwide in 2021”, è stata sottoposta al processo di peer-review ed ha quindi soddisfatto tutti i criteri della scienza ufficiale.
La coincidenza temporale offre l’occasione agli autori per lodare l’iniziativa del governo del Regno Unito, dove il tasso dei fumatori ha raggiunto il minimo storico grazie anche all’atteggiamento positivo verso il vaping. Ma non solo. Gli autori spronano le istituzioni britanniche ad assumere un ruolo guida in questo campo anche a livello internazionale. Perché se è vero che gli svapatori sono aumentati a livello globale, nonostante la sigaretta elettronica sia vietata in 36 paesi (e questo dimostra come sia ben accettata dai fumatori), è vero anche che in molte parti del mondo chi vuole passare al vaping non può farlo, oppure deve rivolgersi al mercato illegale, senza nessuna garanzia sulla sicurezza dei prodotti.
La minaccia più importante, secondo il Gsthr, arriva dall’Organizzazione mondiale di sanità che, spiega l’organizzazione, continua a opporsi all’uso di prodotti con nicotina più sicuri per smettere di fumare, pur sostenendo la riduzione del danno in altri campi sanitari, come l’abuso di sostanze e la prevenzione dell’Aids. Minacce che potrebbero concretizzarsi il prossimo novembre, durante la decima Conferenza delle parti della Convenzione quadro per il controllo del tabacco (Fctc) dell’Oms di Panama City, dove avrà luogo la discussione su questi prodotti. Ed è proprio in questa sede che il Regno Unito deve far valere le sue posizioni.
L’annuncio della scorsa settimana del programma Swap to Stop da parte del governo del Regno Unito – commenta Gerry Stimson, direttore di Knowledge Action Change – consolida la posizione leader del paese nella riduzione del danno da tabacco. Ma il governo deve ora portare questa leadership a livello globale e sostenere la riduzione del danno causati dal tabacco alla Cop10 di Panama il prossimo novembre. Se non riuscirà a farlo, questo costerà molti milioni di morti che continueranno a verificarsi ogni anno a causa del fumo”. “I prodotti a base di nicotina più sicuri – conclude Stimson – offrono al miliardo di fumatori in tutto il mondo l’opportunità di smettere di fumare, usando alternative molto meno rischiose per la salute”.

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