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Fra gli adulti americani cala il fumo e aumenta l’uso della sigaretta elettronica

Dai dati dei Cdc emerge una corrispondenza nella percentuale fra la diminuzione dei fumatori e la crescita degli svapatori.

Tocca un nuovo minimo storico il tasso dei fumatori adulti negli Stati Uniti, mentre in corrispondenza aumenta l’uso della sigaretta elettronica. A dirlo sono i risultati preliminari di un’indagine biennale condotta su più di 27 mila americani adulti, presentati ieri dai Centers for disease control and prevention (Cdc). La percentuale di fumatori registrata nel 2020-2021 è infatti pari all’11%, un calo di 1,5 punti rispetto al 12,5% del 2020. È quindi un americano su nove a consumare tabacco combusto. Nello stesso biennio l’uso della sigaretta elettronica è aumentato esattamente della stessa percentuale (1,5 punti), facendo crescere il tasso degli svapatori dal 4,5% al 6%. A usare l’e-cigarette è, quindi un adulto americano su diciassette.
Una coincidenza, quella della percentuale fra il calo della prevalenza del fumo e l’aumento di quella del vaping, che conferma quanto sostenuto da molti sostenitori della riduzione del danno e confermato da diversi studi scientifici. Vale a dire che le sigarette a tabacco combusto e le elettroniche sono sostituti, al calo delle prime corrisponde un aumento delle seconde e viceversa. E, soprattutto, dovrebbe ingenerare persino nei più scettici il ragionevole dubbio che il vaping funzioni davvero, almeno per una gran parte di fumatori, per abbandonare il tabagismo e passare a uno strumento molto meno dannoso per la salute individuale e pubblica. Ma, ahinoi, sarebbe un salto troppo arduo per media ed esperti che hanno masticato pane e allarmismo per anni, trasformando la lotta al fumo in una lotta ideologica a qualsiasi consumo di nicotina.
E dunque oggi sugli organi di stampa mainstream americani assistiamo a spericolate arrampicate sugli specchi, opinionisti che mettono in guardia contro la diffusione del vaping – peraltro ridimensionata ormai da molto tempo – fra i minori (ma quella dei Cdc non è un’indagine sugli adulti?), esperti che mettono in guardia, esagerandoli, contro i pericoli della sigaretta elettronica, dimenticando di dire quanto questi siano minori rispetto al fumo. Insomma, se fossimo in Italia diremmo che si sta facendo “ammuina”, per cercare di non vedere che 2 + 2 fa 4. E che sembra proprio che all’aumento della diffusione della sigaretta elettronica corrisponda un calo del fumo. Ma, come si dice, non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire.

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