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Francia, Ministro della salute contro le sigarette elettroniche monouso

Nel paese si discute anche di consentire l'e-cig solo con ricetta medica. Dautzenberg: "Sarebbe un grave errore sanitario".

Torna a parlare (male) di sigaretta elettronica il Ministro della salute francese François Braun. E ancora una volta sceglie i media come palcoscenico per annunciare le sue intenzioni proibizioniste e la sua visione del vaping. Dopo l’intemerata contro gli aromi diversi dal tabacco e le e-cig momouso dello scorso febbraio in una trasmissione di France Info, il ministro è tornato sul tema ieri durante una intervista radiofonica a France Inter. Qui Braun ha ribadito la sua ostilità alle sigarette elettroniche usa-e-getta, le “puff” come le chiamano in Francia, preconizzando misure drastiche. “Sono favorevole a vietare le puff – ha dichiarato – perché portano una parte giovane della popolazione a fumare, che è una vergogna”. Ha poi aggiunto di avere intenzione di lavorare con il Parlamento a questa misura, che potrebbe essere inserita nel Piano antifumo 2023-2028.
Insomma anche il governo francese, almeno per quanto riguarda il titolare del dicastero della salute, sembra dare seguito alla teoria mai provata del gateway effect, cioè che il vaping introdurrebbe al fumo. E questo nonostante nell’esecutivo il primo ministro Elisabeth Borne, il portavoce e già Ministro della salute Olivier Véran e il Ministro delegato ai conti pubblici Gabriel Attal abbiano smesso di fumare proprio grazie alla sigaretta elettronica. Ma per il mondo del vaping d’Oltralpe i problemi non finiscono qui. Da alcuni giorni, infatti, sulla stampa francese si discute dell’ipotesi di adottare il modello australiano, cioè di consentire l’accesso alle sigarette elettroniche solo dietro prescrizione medica. Un modello che, per la verità, in Australia ha avuto come principale risultato quello di creare un incontrollato mercato parallelo, senza regole né limiti. Eppure, quella di consegnare di fatto il vaping al settore farmaceutico, è un’ipotesi che regolarmente ritorna oggetto di discussione.
Fortemente contrario a questa possibilità si dichiara Bertrand Dautzenberg, noto tabaccologo e docente emerito di Pneumologia. “Riservare l’uso della sigaretta elettronica – ha detto al quotidiano L’Express – alla prescrizione medica equivarrebbe a vietarla del tutto. Sarebbe una forma di divieto, e sappiamo che non funziona”. Dautzenberg, poi, non ritiene che la misura australiana possa essere adeguata alla Francia: “In un paese come la Francia, dove ci sono ancora dal 25% al 30% dei fumatori, limitare l’accesso allo svapo sarebbe un grave errore sanitario”. Ricordando che la sigaretta elettronica riduce i danni del fumo del 95%, aggiunge che “a forza di demonizzare troppo la sigaretta elettronica, spingiamo i consumatori ad andare o tornare al tabacco, il che è un’aberrazione. Anche se è sempre meglio non fumare affatto, lo svapo a lungo termine pone infinitamente meno problemi del tabacco”.
Il tabaccologo interviene anche sul gateway effect, spiegando che, sebbene suggerito da alcuni studi, il potenziale ruolo del vaping come via d’accesso al fumo di sigaretta è contraddetto da altri lavori scientifici e dall’epidemiologia. “Attualmente – conclude Dautzenberg – sto lavorando per districare questi studi contraddittori e la sigaretta elettronica potrebbe apparire più come un concorrente che come una via d’ingresso alla fine dell’analisi. Se questo è confermato, perché dovremmo lottare contro una potenziale alternativa al tabacco, la cui utilità e sicurezza è stata dimostrata per i fumatori?”. Già, perché? Per ora una cosa appare certa: chi aveva sperato che nell’Ue la Francia avrebbe preso il testimone del Regno Unito come difensore del vaping, è rimasto amaramente deluso.

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