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Anche la Svizzera decide di tassare le sigarette elettroniche. E lo fa in maniera ragionata, distinguendo tra i prodotti ma, soprattutto, come scritto nel dossier presentato al Consiglio nazionale, ovvero la Camera bassa, imponendo un prelievo fiscale che deve necessariamente essere inferiore a quello delle sigarette tradizionali.
I liquidi saranno tassati solo se contenenti nicotina per un importo pari a 20 centesimi di franco svizzero per millilitro che, come detto, è stata mantenuta “volutamente bassa per non scoraggiare i fumatori che vogliono smettere attraverso le sigarette elettroniche“.
Ben più alta l’imposta sulle sigarette elettroniche monouso: 1 franco pre millilitro a prescindere dalla presenza o meno di nicotina. Nel momento in cui scriviamo, l’euro e il franco svizzero sono scambiati praticamente alla pari. L’obiettivo è scoraggiare l’acquisto da parte della fascia giovanile della popolazione.
Fino all’aprile 2012 l’imposizione delle sigarette elettroniche avveniva con la stessa aliquota delle normali sigarette. In seguito sono state esentate da qualsiasi imposta, con l’idea che potessero essere utilizzate come prodotto alternativo o per smettere di fumare. Nel marzo 2021, il Parlamento ha approvato una mozione per reintrodurre una tassa che, però, toccherà solo la nicotina e i prodotti ad alto impatto ambientale come le sigarette elettroniche usa e getta.