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Gran Bretagna – Studio: nei bambini il vapore passivo riduce l’assorbimento della nicotina dell’83,6% rispetto al fumo passivo
Buone nuove per quanto riguarda il controverso rapporto tra il vapore passivo e i bambini. Secondo uno studio britannico, nei bambini l’esposizione al cosiddetto vapore di sigaretta elettronica passivo riduce l’assorbimento della nicotina dell’83,6% rispetto all’esposizione al fumo passivo. La ricerca si intitola “Secondhand Nicotine Absorption From E-Cigarette Vapor vs Tobacco Smoke in Children” e porta la firma di tre personalità molto note nella ricerca sul vaping: Harry Tattan-Birch, Jamie Brown e Sarah Jackson, tutti della facoltà di Scienza e salute comportamentale presso il britannico University College London. La preoccupazione per l’esposizione dei bambini al vapore passivo è comprensibilmente aumentata con il diffondersi dell’uso delle sigarette elettroniche, spiegano gli autori, da qui la necessità di uno studio specifico. Sono stati utilizzati i dati del Continuous Nationale Health and Nutrition Examination Survey, un’indagine statunitense trasversale e ripetuta, da cui è stato estratto un campione rappresentativo a livello nazionale di famiglie statunitensi dal 2017 al 2020. Tutte le metodologie applicate sono spiegate nell’approfondimento di Sigmagazine, i risultati sono stati i seguenti: nei bambini esposti al solo vapore passivo l’assorbimento di nicotina, indicizzato in base al livello di cotinina sierica, era dell’83,6% inferiore a quello dei bambini esposti al fumo passivo; fra quelli senza esposizione passiva, l’assorbimento di nicotina era del 96,7% inferiore sempre rispetto ai bambini esposti al fumo passivo. Quindi l’assorbimento era notevolmente ridotto ma non del tutto eliminato. Lo studio è stato pubblicato su Jama Network Open.
Vapore passivo: esposizione molto ridotta rispetto al fumo passivo
Stati Uniti – Studio: nessun aumento di malattie cardiovascolari con l’utilizzo esclusivo della sigaretta elettronica
L’uso esclusivo delle sigarette elettroniche non è associato a maggiori possibilità di sviluppare malattie cardiovascolari. L’importante acquisizione scientifica è frutto di uno studio realizzato da un team di ricerca della Scuola di salute pubblica presso l’americana Indiana University, guidato da Che Chen. Il titolo dello studio è “Assessing the association between e-cigarette use and cardiovascular disease: A meta-analysis of exclusive and dual use with combustible cigarettes”, è basato su una meta-analisi di studi sulla materia che ha sintetizzato la letteratura scientifica esistente a fronte di recenti allarmi sull’impatto del vaping sulla salute cardiovascolare. Importante sottolineare il concetto di “esclusivo” nell’uso delle sigarette elettroniche. i ricercatori hanno infatti analizzato sia gli scenari di uso esclusivo che quelli di uso duale dell’e-cigarette, quelli che vedono il consumo contemporaneo di e-cig e sigarette tradizionali. Nel lavoro sono inclusi 20 studi osservazionali, condotti dal 22 agosto 2006 al 10 aprile 2024, che hanno coinvolto un campione di oltre 8 milioni di partecipanti. I risultati confermano che l’uso esclusivo della sigaretta elettronica “non ha ha mostrato un’associazione statisticamente significativa con le probabilità di malattie cardiovascolari rispetto al non utilizzo di nessuna delle due”. Al contrario, gli utilizzatori duali hanno 2,56 volte maggiori probabilità di malattie cardiovascolari. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista scientifica Addictive Behaviors e Sigmagazine ne approfondisce i risultati.
L’uso esclusivo dell’e-cig non è associato a malattie cardiovascolari
Gran Bretagna – Inter Scientific entra in Ukvia, in programma campagne contro la disinformazione sul vaping e di sensibilizzazione della sanità pubblica
Inter Scientific, un’azienda di test analitici e conformità normativa, è entrata a far parte della U.K. Vaping Industry Association (Ukvia) con l’obiettivo di sviluppare iniziative che assicurino standard di qualità sempre più elevati nel settore del vaping. “Siamo entusiasti di entrare a far parte di Ukvia come membri del consiglio direttivo e di contribuire al progresso del settore dello svapo nel Regno Unito”, ha affermato David Lawson, ceo di Inter Scientific, “crediamo nei potenziali benefici dello svapo per il pubblico, la nostra collaborazione con Ukvia ci consentirà di lavorare a stretto contatto con i leader del settore per garantire che vengano rispettati i più elevati standard di sicurezza, qualità e conformità a vantaggio dei consumatori e della salute pubblica”. Una delle prime azioni sarà finalizzata ad affrontare la disinformazione sul vaping, mirando a correggere idee sbagliate e a evidenziare la sigaretta elettronica come uno strumento utile per smettere di fumare. “Inoltre”, ha aggiunto Lawson, “puntiamo a promuovere l’accettazione e il supporto da parte della comunità della sanità pubblica, sottolineando il ruolo dello svapo nel migliorare i risultati in materia di salute pubblica”.
Cina – Hon Lik, l’inventore della sigaretta elettronica, critica le politiche sul vaping dell’Oms
Hon Lik è l’inventore della sigaretta elettronica, il prodotto che in poco più di dieci anni ha stravolto il mercato del tabacco e fornito ai fumatori una opportunità concreta di affrancarsi da una dipendenza potenzialmente letale per la salute. E dunque il suo attacco alle politiche dell’Organizzazione mondiale della sanità in materia di fumo, definite inefficaci e irresponsabili, è il messaggio di un addetto ai lavori. Le critiche all’Oms sono state lanciate in un’intervista pubblicata sulla pagina di Imperial Brands, l’azienda per la quale Lik è consulente, ed è ricca di aneddoti personali e familiari legati al tabacco e alla rivoluzione dell’e-cig. “Provo orgoglio”, dice facendo il bilancio della sua invenzione, “credo che le sigarette elettroniche siano un prodotto altamente umanizzato che allevia molti dei sintomi di astinenza delle sigarette, consentendo agli utenti di godere della nicotina insieme a potenziali rischi inferiori”. Più ampi estratti della sua intervista nell’articolo di Sigmagazine.
Hon Lik, inventore della sigaretta elettronica: “Oms inefficace e irresponsabile”
Svizzera – Tasso dei fumatori in calo, ma i livelli dei Paesi virtuosi sono lontani
Tasso dei fumatori in calo, anche se i livelli restano più alti di altri Stati europei. La Svizzera ha presentato i dati più recenti sul fumo, relativi al 2022, indicando nel 24% la cifra relativa a coloro che consumano sigarette tradizionali. Si tratta di quasi un quarto della popolazione. Numeri in discesa che segnano anche il minimo storico (ancora trent’anni fa la quota dei fumatori era del 30%), ma ben distanti da Paesi come Regno Unito, Norvegia, Canada e Australia che oscillano tra il 12 e il 14%. Altri dati: i nuovi tipi di prodotti del tabacco e le sigarette elettroniche sono particolarmente popolari tra i più giovani. Nel 2022 ne hanno fatto uso il 17 per cento delle persone di età compresa tra 15 e 24 anni. Un dato che non sorprende, visto che come tutte le innovazione fanno breccia principalmente nelle nuove generazioni, ma che può dare adito a qualche speranza di ulteriore riduzione dei fumatori con l’avanzare delle generazioni. A patto di non ostacolare le politiche di riduzione del danno: la Svizzera ospita pur sempre la sede centrale dell’Organizzazione mondiale della sanità.
La Svizzera raggiunge l’Italia nella triste classifica del tasso di fumo
Indonesia – L’Università di Padjadjaran partner del Coehar per politiche finalizzate alla riduzione del danno
È l’Università indonesiana di Padjadjaran il partner internazionale scelto dal Centro di ricerca per la riduzione del danno da fumo dell’Università di Catania (Coehar) per sviluppare nuovi progetti finalizzati a promuovere strategie per ridurre i danni da fumo in Indonesia. La collaborazione è stata sancita nel corso di un seminario che si è tenuto a Bandung dove sono stati presentati i risultati di uno studio riguardante il concetto di riduzione del danno, in particolare per quanto riguarda l’uso del tabacco e gli effetti che esso provoca sulla salute. Ospite d’onore il professor Riccardo Polosa, fondatore del Centro catanese, il quale ha anche delineato il lavoro comune che l’istituto siciliano si appresta a compiere con la controparte indonesiana.
Siglata collaborazione italo-indonesiana nella ricerca contro il fumo