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“Il mondo è sull’orlo di una rivoluzione nella salute pubblica. Le prove sono chiare: la riduzione del danno da tabacco può ridurre drasticamente i decessi e le malattie correlati al fumo. Tuttavia, questo successo dipende dalla volontà dei governi. Esortiamo le Nazioni Unite e i leader mondiali a sostenere le politiche di riduzione del danno e a dare priorità alla salute dei loro cittadini”. A sostenerlo son tre esperti sanitari internazionali in una lettera aperta indirizzata ai delegati dell’Assemblea generale delle Nazioni unite, in corso a New York. Nella missiva il direttore di Smoke Free Sweden Delon Human, l’esperto di sanità pubblica Derek Yach e la docente neozelandese Marewa Glover chiede che la riduzione del danno da fumo venga incorporata nelle misure standard di controllo del tabacco in tutto il mondo. In questo modo, sostengono, si potrebbero salvare milioni di vite dalle malattie causare dal fumo.
I tre esperti portano come esempio di successo la Svezia. Grazie alla promozione di alternative più sicure come snus, bustine di nicotina e sigarette elettroniche – spiegano – negli ultimi dieci anni il Paese scandinavo ha ridotto i tassi di fumo del 55%, che si è riflesso in una diminuzione del 44% dei decessi legati al tabacco rispetto al resto dell’Unione europea. “Il risultato della Svezia – dichiara Human – dimostra l’efficacia delle politiche di riduzione del danno non solo nel salvare vite, ma anche nel ridurre la pressione sui sistemi sanitari. Il successo svedese può fungere da modello per altre nazioni”.
Ma non c’è solo la Svezia a testimoniare le potenzialità della riduzione del danno da fumo. Nella lettera si evidenziano anche i progressi della della Nuova Zelanda, dove il Ministero della salute ha adottato la sigaretta elettronica come strumento di cessazione nel 2019. Da allora, i tassi di fumo nel Paese si sono quasi dimezzati, rendendo la Nuova Zelanda un altro esempio di come la riduzione del danno possa far diminuire i decessi e le malattie legate al fumo. Ma mentre Paesi come Svezia e Nuova Zelanda sono all’avanguardia, molte altre nazioni continuano a lottare con alti tassi di fumo e rifiutano le politiche di riduzione del danno. I Paesi dell’Europa orientale, del Medio Oriente, dell’Asia e dell’Africa, spiegano i tre esperti, potrebbero ottenere riduzioni altrettanto drastiche della mortalità legata al fumo adottando politiche di riduzione del danno. Uno studio recente citato nella lettera stima che la sola Repubblica Ceca potrebbe salvare 280.000 vite nei prossimi quattro decenni, mentre altri studi indicano potenziali benefici simili in altre nazioni tra cui Brasile, Bangladesh, Sudafrica e Arabia Saudita.
Ma attenzione, “non si tratta di promuovere l’uso della nicotina – precisa Delon Human – Si tratta di offrire scelte più sicure a individui che altrimenti continuerebbero a fumare sigarette dannose”. In conclusione Human, Yach e Glover invitano i leader mondiali e l’Onu a dare priorità alla riduzione del danno come elemento cruciale del controllo del tabacco, esortando i governi ad agire rapidamente e con decisione. “Le prove sono chiare – conclude la lettera – il momento di agire è adesso”.