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“Salverò di nuovo il vaping!”. La sigaretta elettronica entra nell’animata campagna elettorale presidenziale americana grazie a un post sul social media Truth del candidato repubblicano Donald Trump. “Nel 2019 ho salvato gli aromi nelle sigarette elettroniche e questo ha molto aiutato le persone a smettere di fumare – scrive l’ex presidente – Ho innalzato l’età a 21 anni [per acquistare prodotti del vaping, ndr], tenendole lontane dai minori. Kamala e Joe vogliono proibire tutto, uccidendo le piccole attività commerciali di tutto il Paese. Salverò di nuovo il vaping!”.
Il riferimento è a quanto accaduto nel 2019. L’11 settembre, ancora nel pieno della crisi di malattie polmonari dovuta – si scoprirà poi – a prodotti al Thc di provenienza illegale, Trump definì il vaping “il nuovo problema del Paese”, mentre il suo segretario di Stato per la salute annunciò l’intenzione dell’amministrazione di togliere dal mercato le sigarette elettroniche aromatizzate, cioè con gusti diversi dal tabacco. Si mossero tutti, dai rappresentanti delle associazioni di settore ai think tank di area conservatrice, fino alle associazioni dei consumatori, che organizzarono una grande manifestazione a Washington.
Tutto questo spinse l’allora presidente ad approfondire la questione e a incontrare alla Casa Bianca le associazioni dell’industria, insieme ai sostenitori dei divieti, in una discussione serrata e accesa. Nel frattempo, appariva sempre più chiaro che le sigarette elettroniche con nicotina, quelle che si usano per smettere di fumare, non c’entravano niente con Evali. Alla fine Trump fece un passo indietro e i liquidi aromatizzati furono vietati solo nelle pod precaricate, che erano quelle più usate dai minori, lasciando ampia disponibilità di gusti per i sistemi aperti. Erano ancora i tempi in cui la pod mod Juul era diffusissima e non erano ancora arrivati sul mercato i dispositivi monouso.
Oggi Donald Trump cerca di passare all’incasso per quella decisione, promettendo di salvare il vaping. Eppure il panorama è molto cambiato. Sebbene i proibizionisti sembrino non volersene accorgere, l’uso della sigaretta elettronica fra i giovani, secondo gli ultimi dati ufficiali, è sceso al minimo storico dal picco del 2019. Questo potrebbe essere lo scenario ideale per pensare finalmente a delle politiche razionali sul vaping. Dall’altra parte, però, la decisione è passata alla Food and drug administration che, con estremo ritardo, è riuscita a mettere in moto il processo di revisione delle richieste di autorizzazione per i prodotti del vaping. L’agenzia ha concesso l’autorizzazione a pochi dispositivi basic, respingendo tutti i liquidi con gusti al tabacco, fino allo scorso giugno, in cui ha autorizzato i primi prodotti al mentolo.
Insomma, con il manico coltello in mano alla Fda non è ben chiaro quale margine di azione potrebbe avere il presidente e quella di Trump rischia di essere solo una boutade elettorale.
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