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“Ci sono tre modi eccellenti per smettere di fumare: la sigaretta elettronica, i dispositivi a tabacco riscaldato senza combustione e lo snus (i sacchetti di tabacco da masticare svedesi). Le gomme, i cerotti e gli inalatori alla nicotina sono efficaci ma meno apprezzati dai fumatori”. A schierarsi pubblicamente a favore della sigaretta elettronica e degli altri strumenti di riduzione del danno da fumo dal suo profilo su X è Antoine Flahault. Francese di nascita, epidemiologo e docente universitario, Flahault dirige dal 2014 l’Istituto di salute globale dell’Università di Ginevra, in Svizzera. Proviene da una famiglia di medici da tre generazioni (suo padre lavorava per l’Organizzazione mondiale di sanità, con la quale lui stesso ha collaborato), è stato presidente dell’Associazione delle scuole di sanità pubblica nella Regione europea (Aspher), co-direttore dell’Alleanza accademica europea per la salute globale (Eagha) e presidente dell’Agenzia per l’accreditamento dell’istruzione in sanità pubblica (Aphea). Ha all’attivo la pubblicazione di alcuni libri e nel 2023 in Web of Science si contavano più di 400 citazioni ai suoi studi scientifici.

Insomma, una personalità scientifica di alto profilo che si unisce al dibattito sugli strumenti di riduzione del danno e parla senza mezzi termini. “L’industria del tabacco – continua Flahault – sta conducendo una lotta spietata contro le sigarette elettroniche, la cui produzione le sfugge, cercando di piazzare invece il suo tabacco riscaldato senza combustione. I produttori di sigarette elettroniche sono frammentati e troppo piccoli per combattere”. Ma ne ha anche e soprattutto per le istituzioni. “Le autorità pubbliche – commenta – sono pervase da un conformismo latente, da un moralismo ambientale e da una paura post-traumatica di un ipotetico scandalo sanitario se questi prodotti si rivelassero pericolosi tra dieci anni. Ed è una cosa che va avanti da vent’anni!”.
Moralismo che, secondo Flahault, non risparmia certo la classe scientifica e sanitaria. “Molte organizzazioni professionali – scriveva pochi giorni fa – si dichiarano contrarie al vaping, inclusa l’Oms, ma questo non significa che le sigarette elettroniche siano un pericolo per giovani o anziani. C’è una forte corrente conformista, conservatrice e moralista sulla prevenzione”. E ancora: “Gli esperti si dividono fra chi non sa nulla ma parla di tutto e chi sa ma resta incomprensibile”.
Eppure, continua, “sostituire la dipendenza dalle sigarette, che uccide il 50% dei consumatori, con una dipendenza che non ucciderebbe nessuno o, ipoteticamente, pochissimi, si chiama strategia di riduzione del rischio, nota per essere altamente benefica per la salute pubblica e l’economia”. “Il messaggio è semplice – conclude il direttore dell’Istituto di salute globale dell’Università di Ginevra – per smettere di fumare, il modo più efficace è utilizzare sostituti del tabacco senza combustione: sigaretta elettronica, tabacco riscaldato o snus”.