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Entra in vigore in Australia la nuova legge sulla sigaretta elettronica. Dopo il fallimento rovinoso del modello che permetteva l’acquisto di e-cig solo dietro presentazione di prescrizione medica, il Paese tenacemente ostile al vaping prova un’ennesima nuova strada. Da oggi 1° ottobre sigarette elettroniche e prodotti del vaping saranno acquistabili esclusivamente nelle farmacie come farmaci da banco. La necessità di prescrizione medica, inizialmente presente nella legge, è stata cancellata all’ultimo passaggio in Senato per raggiungere un compromesso con il partito di minoranza dei Verdi, che altrimenti avrebbero votato contro. Ma se da una parte il superamento del modello con prescrizione, che si era rivelato impraticabile e aveva creato un fiorente mercato nero, sembra essere una buona notizia, anche questa nuova strada presenta molte criticità.
Il primo problema è che i farmacisti sono tutt’altro che contenti di dover sostituire negozi specializzati e tabaccai e molte farmacie, comprese alcune grandi catene, hanno dichiarato che non terranno in magazzino prodotti per il vaping, mentre si presume che quelle che lo faranno avranno una scelta di prodotti limitati. Per di più le farmacie non possono pubblicizzare la vendita di e-cig, quindi i consumatori potranno avere difficoltà a identificare quelle che lo fanno. La vendita online è vietata e i prodotti del vaping possono essere consegnati personalmente solo al consumatore o al suo caregiver. Non è consentita la consegna tramite taxi o corriere e, in Paese esteso come l’Australia, questo può essere un ostacolo non indifferente.
Per poter acquistare sigarette elettroniche senza prescrizione bisogna avere più di 18 anni, usare l’e-cig per smettere di fumare o per tenere sotto controllo la dipendenza da nicotina (non è contemplato lo svapo ricreativo). Avranno invece ancora bisogno della prescrizione del medico i minori di 18 anni (tranne negli Stati dell’Australia del sud e della Tasmania dove il vaping per i minori è vietato senza eccezioni), chi vuole un liquido con più di 20mg/ml di nicotina, chi ha particolari necessità mediche e tutti gli abitanti dell’Australia del sud e della Tasmania, dove non si applica la nuova legge.
Perplessità suscita anche il primo consulto, obbligatorio per ottenere le sigarette elettroniche, che alcune farmacie faranno pagare. Durante questa visita il farmacista dovrà controllare il documento di identità della persona, confermare che questa sapa per “fini terapeutici”, valutare la dipendenza da nicotina, raccogliere una serie di informazioni personali e notificare il tutto alla Therapeutic Goods Administration (l’agenzia del farmaco australiana) entro 28 giorni. Sempre durante questo primo consulto il farmacista dovrà inoltre informare la persona che le sigarette elettroniche sono prodotti terapeutici “non approvati”; fornire indicazioni sull’uso appropriato del prodotto, tra cui dose, frequenza di utilizzo, durata del trattamento e interazioni con altri medicinal; consigliare di passare a un sistema chiuso se si utilizza un sistema aperto; fornire informazioni su farmaci alternativi per smettere di fumare, aiuti e supporto per smettere e i recapiti dei servizi di sostegno alla cessazione; creare un piano di gestione. La legge prevede anche delle visite di controllo successive, probabilmente più brevi.
Alla fine di questo percorso il consumatore potrà comprare i suoi prodotti che saranno comunque limitati. Gli aromi consentiti sono quelli al tabacco, alla menta e al mentolo; il contenuto massimo di nicotina dei liquidi è 20 mg/ml; si potrà acquistare al massimo una fornitura per un mese; non è consentito acquistare gli ingredienti per fare i liquidi come glicole propilenico e nicotina vegetale. Anche i prodotti senza nicotina sono soggetti alle stesse regole.
Insomma, pur in assenza dell’obbligo di ricetta medica, gli svapatori australiani continueranno a non avere una vita facile. Funzionerà questo nuovo modello? Secondo Colin Mendelsohn, medico australiano sostenitore della riduzione del danno da fumo, questa legge è dannosa per la salute pubblica ed è destinata a fallire nel giro di un anno. “Il modello basato sulla vendita in farmacia – commenta – rende molto più difficile accedere legalmente ai prodotti del vaping che acquistare le mortali sigarette a combustione. Come il fallito modello basato solo sulla prescrizione medica, questa nuova legge rende più difficile accedere legalmente alle sigarette elettroniche e offre prodotti meno attraenti a un prezzo più alto. Il probabile risultato è che la maggior parte dei consumatori continuerà ad acquistare sigarette elettroniche non regolamentate dal mercato nero, mentre molti ricadranno nel fumo. Sarà inoltre più difficile per i fumatori passare al vaping”.
Ma attenzione. Oltre al danno, la beffa, tutte queste norme rischiano di avere vita breve. La Commissione permanente del Senato australiano per l’esame della legislazione delegata ha sollevato numerosi appunti tecnici alla nuova legge e ha chiesto chiarimenti e correzioni al Ministro della salute Mark Butler. Oltre a vizi tecnici, la commissione ha rilevato nelle nuove norme l’inclusione di poteri irragionevolmente coercitivi, formulazioni poco chiare, preoccupazioni sulla protezione dei diritti e delle libertà personali, inclusa la privacy, motivazioni poco chiare per alcuni elementi dei regolamenti e dubbi sulla necessità di tutte le disposizioni. In breve la commissione ha parlato di “legislazione approssimativa”, forse per la fretta di modificarla dopo l’aut aut dei Verdi. Una cosa appare comunque molto probabile: la saga delle leggi sulla sigaretta elettronica australiane non sembra ancora essere giunta all’ultimo capitolo.
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