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Le Maldive saranno il prossimo Paese asiatico a vietare le sigarette elettroniche. Ad annunciarlo, tramite il suo profilo sul social X, è stato il presidente dello Stato insulare situato nell’Oceano Indiano, Mohamed Muizzu. “Ho ordinato alle autorità competenti – ha scritto ieri Muizzu – di vietare l’importazione dei prodotti del vaping e dei loro componenti nel Paese dal 15 novembre 2024 e di adottare tutte le misure necessarie per vietare l’uso, il possesso, la produzione, la vendita, la pubblicità e la distribuzione gratuita dei prodotti del vaping dal 15 dicembre 2024”.
Parole molto chiare che lasciano poco spazio all’interpretazione. Esattamente fra un mese nelle Maldive sarà vietato importare sigarette elettroniche e prodotti del vaping. Dal prossimo dicembre, però, il divieto si estenderà non solo alla vendita, la produzione la distribuzione e la pubblicità di questi prodotti le sigarette elettroniche, ma addirittura al loro semplice uso o possesso. La giustificazione addotta per queste misure dovrebbe essere la protezione della salute pubblica. Eppure alle Maldive il fumo rimane consentito e l’unica misura presa per combattere il consumo di tabacco a combustione è, come annunciato dallo stesso presidente, un aumento dell’aliquota dei dazi di importazione delle sigarette.
Insomma, anche nel piccolo Paese dell’Oceano Indiano si assiste al paradosso che contraddistingue gran parte del continente asiatico. In nome della lotta al fumo, si vieta il metodo che si è dimostrato più efficace per smettere di fumare e per ridurre il rischio, lasciando invece sul mercato il prodotto di gran lunga più letale.