L'attualità quotidiana sulla sigaretta elettronica

Anche la Francia verso una tassa sulla sigaretta elettronica

Un emendamento approvato in commissione comporterebbe un aumento dei prezzi del 38%. Dure critiche di esperti e associazioni.

Tassare quello che aiuta i fumatori a smettere di fumare, li spingerà a tornare a fumare”. Così Marion Adler, tabaccologa presso l’ospedale Antoine Béclère di Clamart commenta, ai microfoni di France Info, la possibilità di una tassa sulle sigarette elettroniche. Nel bilancio 2025 del governo francese, infatti, ha trovato posto un emendamento presentato dal deputato centrista Charles de Courson e passato in commissione finanze, che propone una tassazione specifica sui prodotti del vaping, attualmente soggetti soltanto all’Iva, come tutti i prodotti di consumo. Questo a fronte di nessun nuovo aumento del prelievo fiscale sul tabacco.
In concreto la misura prevede una tassa di 15 centesimi per millilitro di liquido, a prescindere dal fatto che contenga o meno nicotina. Questo porterebbe un flacone di eliquid da 50 ml a costare in media 27,50 euro e quello da 10 ml a 7,40 euro. Un aumento del 38%. Un aumento che, nel testo del suo emendamento, de Courson giudica di “impatto moderato”, dicendosi certo che così si preserverà “l’accesso alle sigarette elettroniche per i 3,5 milioni di consumatori del prodotto, impedendo a molti di questi ex fumatori un possibile ritorno al fumo”. Si stima che la misura dovrebbe portare alle casse dello Stato fra i 150 e i 200 milioni di euro all’anno.
Non è d’accordo con de Courson il tabaccologo e pneumologo Bertrand Dautzenberg dell’Istitut Arthur Vernes di Praigi, che giudica l’ipotesi di tassare il primo prodotto utilizzato in Francia per smettere di fumare una “stupidaggine anti sanitaria” e adombra il sospetto che siano all’opera interessi poco trasparenti. Secondo Dautzenberg non solo l’aumento dei prezzi scoraggerà i fumatori dal passare al vaping, ma spingerà i consumatori a “produrre da soli i loro liquidi in precarie condizioni sanitarie”.
L’associazione di settore francese Fivape denuncia l’irragionevolezza di “una tassa sulla cessazione del fumo” e accusa un attacco all’industria indipendente del vaping, che detiene ancora l’85% del mercato. “Tassare gli e-liquid – commenta l’associazione in un comunicato – significa tassare lo strumento numero uno per aiutare i fumatori a smettere di fumare. In termini di salute pubblica, si tratta di una politica che va contro ogni logica sanitaria, che prescinde dall’esperienza e dai risultati tangibili ottenuti dal vaping negli ultimi dieci anni”.

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