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Non è tra i principali Stati di esportazione di sigarette elettroniche, ma l’Italia per la Cina è la prima per incremento percentuale nell’ultimo anno. Sono infatti aumentate del 40,74 per cento su base mensile (settembre 2025 su settembre 2024) e del 76,1 per cento su base annua, raggiungendo un valore di 15,76 milioni di dollari. Il dato è indicativo e può essere ricollegato a un duplice aspetto: da un lato la ripresa del mercato, con conseguente aumento di consumatori, dall’altro, un incremento delle vendite di sigarette elettroniche usa e getta veicolate soprattutto dalla rete delle oltre 70mila tabaccherie.
Tornando alla Cina, le esportazioni hanno totalizzato circa 888 milioni di dollari, con un aumento del 3,89 per cento rispetto a settembre e del 2,43 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. La destinazione principale rimangono gli Stati Uniti, con esportazioni per un totale di 255 milioni di dollari, pari al 32 per cento delle esportazioni totali. Ciò rappresenta un calo del 2,51 per cento rispetto a settembre, ma un aumento del 9,57 per cento anno su anno. Seguono i mercati di Regno Unito (113 milioni di dollari), Corea del Sud (57,22 milioni di dollari), Germania (56,7 milioni di dollari) e Malesia (37,89 milioni di dollari), Paesi Bassi (36,07 milioni di dollari), Russia (31,39 milioni di dollari), Emirati Arabi Uniti (24,82 milioni di dollari), Indonesia (24,41 milioni di dollari). Il prezzo medio all’ingrosso dei dispositivi per la vaporizzazione personale (box, atomizzatori, usa e getta) è di 4,3 dollari.