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Parte petizione inglese contro la tassa sulla sigaretta elettronica

Secondo i presentatori, l'aumento del prezzo finale spingerà molti a tornare a fumare, senza risolvere il problema dell'uso minorile.

Non mettete una tassa extra sui prodotti per il vaping”. È chiarissimo il titolo della petizione appena presentata al Parlamento e al governo britannico in difesa della sigaretta elettronica. Come noto, il governo laburista ha annunciato l’entrata in vigore dal 1° ottobre 2026 di un prelievo fiscale di 2,20 sterline ogni 10 ml di liquido per sigaretta elettronica, modificando in parte il testo del precedente governo conservatore che prevedeva un’imposizione progressiva in base al contenuto di nicotina. Giustamente i presentatori della petizione parlano di “tassa extra”, ricordando che i prodotti del vaping sono già soggetti al 20% di Iva, al contrario degli altri strumenti per la cessazione, come gomme e cerotti con nicotina, per i quali l’Iva è al 5%. Questo nonostante l’e-cigarette sia l’ausilio più popolare e utilizzato per smettere di fumare.
Riteniamo – si legge bel testo della petizione – che applicare una tassa sui prodotti per lo svapo di £ 2,20 per 10 ml porterà le persone a tornare a fumare. Ciò aggiunge potenzialmente £ 22 per 100 ml di liquido al prezzo. Riteniamo che sia eccessivo. Riteniamo che sia un dazio ingiusto su un prodotto che non contiene tabacco”. Dopo aver ricordato, come già scritto, che le sigarette elettroniche sono soggette ad Iva come tutti i prodotti di consumo, i presentatori criticano anche la motivazione che, almeno in parte, viene addotta per giustificare il prelievo. “Riteniamo – conclude la petizione – che rendere i prodotti del vaping più costosi per ridurre l’accesso ai giovani che li usano, significhi solo mettere una pezza al problema. Riteniamo che il problema siano i venditori disonesti e chiunque venda ai minorenni, non i prezzi dei prodotti”.
La petizione si può consultare e firmare sul sito del parlamento inglese e rimarrà attiva fino al 6 maggio 2025. Se si raggiungeranno 10 mila sottoscrizioni, che è il primo obiettivo, il governo dovrà fornire una risposta. Se, invece, si supereranno le 100 mila firme la petizione verrà presa in considerazione come tema di dibattito parlamentare.

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