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Un relatore d’eccezione all’annuale summit sulla salute metabolica e cardiorenale svoltosi a Fujairah, negli Emirati Arabi Uniti. Riccardo Polosa, fondatore del centro di ricerca sulla riduzione del danno dell’Università di Catania (Coehar) ha presentato un lavoro dedicato alle strategie di riduzione del danno nell’ambito dell’approccio di cessazione per il fumatore diabetico. I pazienti affetti da diabete spesso devono convivere con diversi tipi di complicazioni che influiscono negativamente sulla qualità della loro vita, tra questi anche il fumo di sigaretta.
“Comprendere e contrastare l’impatto del fumo – ha illustrato Polosa – significa garantire una migliore qualità della vita ai fumatori diabetici. La prevalenza di fumatori rimane incredibilmente alta tra i pazienti affetti da diabete mellito di tipo 2: le conseguenze per questi soggetti si traducono in un elevato rischio di eventi avversi cardiovascolari e ripercussioni a livello metabolico. La cessazione rimane una strada da perseguire per migliorare i parametri dei diabetici che fumano, che però, molto spesso, non vogliono o non riescono a smettere. Evitare l’esposizione alle sostanze chimiche del fumo di sigaretta passando ai prodotti a base di nicotina senza combustione può portare a un miglioramento dei fattori di rischio cardiovascolari e dei parametri metabolici. Offrendo un’alternativa più sicura al fumo di sigaretta, questo approccio può supportare le strategie di riduzione del danno, soprattutto per quelle categorie di pazienti ad alto rischio che lottano per smettere di fumare”.
Ad oggi, il Coehar, grazie al progetto Diasmoke – iniziativa internazionale che offre supporto ai fumatori diabetici che vogliono smettere o che intendono ridurre l’impatto negativo del fumo in termini di salute grazie ai prodotti privi di combustione – è stato dimostrato che dire definitivamente addio al fumo può comportare benefici in termini di riduzione del rischio cardiovascolare tra chi soffre di diabete mellito di tipo 2. Tuttavia, la relazione tra fumo e altre complicanze del diabete, come la retinopatia e la neuropatia, rimane ancora scarsamente indagata, evidenziando la necessità di ulteriori ricerche per comprendere tali associazioni. Ambiti di ricerca che certamente nei prossimi mesi interesseranno direttamente il Coehar.