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Regno Unito, il Tobacco and Vape Bill va avanti fra le polemiche

Il testo su fumo e sigarette elettroniche approvato in seconda lettura, critiche di consumatori e sostenitori della riduzione del danno.

Il Tobacco and Vape Bill del governo laburista britannico ha superato mercoledì un altro step del suo iter legislativo e ha avuto l’approvazione in seconda lettura alla Camera dei comuni con 415 voti favorevoli e 47 contrari. Ma non si fermano le polemiche su un testo di legge che da una parte vieterà per sempre il fumo a chiunque sia nato dal 1° gennaio 2009, dall’altra prevede forti e indistinte limitazioni anche per la sigaretta elettronica, lo strumento che ha consentito al Regno Unito di raggiungere negli ultimi anni diminuzioni dei tassi di fumo record.

Clive Bates

Non fatevi illusioni, questa è una legislazione pro fumo”, ha affermato Clive Bates, storico attivista per la salute, già direttore di Action on Smoking and Health, consulente del primo ministro Tony Blair e sostenitore della riduzione del danno da fumo. “Il governo – continua Bates – prevede una serie di misure contro il vaping che peggioreranno il problema del fumo: se si aumentano le tasse, si impongono divieti sui prodotti più popolari e si impedisce la pubblicità di alternative più sicure alle sigarette, allora si protegge il commercio del tabacco tradizionale e si prolunga l’epidemia del fumo”.

Il Tobacco and Vape Bill prevede una serie di restrizioni sui prodotti del vaping. Ne vieta la pubblicità e la sponsorizzazione e conferisce al ministro della salute il potere di limitarne l’esposizione, le confezioni e gli aromi contenuti nei liquidi. Misure che, messe insieme al divieto per i dispositivi monouso (molto diffusi nel Paese) e alla nuova tassa sui liquidi da inalazione, che entreranno in vigore rispettivamente dal giugno 2025 e dall’ottobre 2026, sono destinate a cambiare radicalmente il panorama del vaping nel Regno Unito.

I sostenitori della riduzione del danno temono inoltre l’effetto di questa sterzata normativa sulla percezione che il pubblico ha delle sigarette elettroniche. Lo spiega la presidente dell’associazione dei consumatori di prodotti alternativi New Nicotine Alliance UK, Bernice Evans. “Stiamo già assistendo – afferma in un comunicato stampa – a molti consumatori che tornano a fumare le sigarette tradizionali, perché credono erroneamente che svapare debba essere dannoso come fumare, visto che il governo sembra volerlo vietare. Le proposte sui prodotti del vaping contenute in questo disegno di legge non faranno che convincere altri a fare lo stesso”. Evans giudica particolarmente pericolosa l’eventualità di vietare i gusti nei liquidi. “Ci sono prove esaustive – commenta – che i divieti sugli aromi per svapare aumentano la prevalenza del fumo, in particolare tra gli adolescenti”. L’associazione si chiede, in conclusione, chi si assumerà a responsabilità delle future morti e malattie evitabili che potrebbero derivare da queste proposte.

A margine del dibattito e del voto parlamentare, intanto, è montata una piccola polemica di natura politica. Secondo quanto riporta il quotidiano The Sun, che dichiara di aver visto i documenti, fra i parlamentari laburisti è circolata una serie di dichiarazioni preconfezionate, redatte dai funzionari del Ministero della salute, che i deputati avrebbero dovuto usare durante il dibattito sul Tobacco e Vape Bill. La cosa è particolarmente disturbante, perché si esortava i parlamentari di maggioranza a riferire esperienze personali non vere. Un intervento suggerito, riporta sempre il quotidiano, è: “Ho parlato con i presidi delle scuole primarie [di circoscrizione] che mi hanno detto che bambini di appena 9 anni hanno iniziato a svapare. Il ministro è d’accordo con me che è giunto il momento di vietare le sigarette elettroniche colorate, aromatizzate alla frutta e a basso costo che vengono commercializzate per i nostri figli?”.

Una polemica che alle nostre latitudini al massimo strappa un sorriso ma che nel Regno Unito fa una diversa impressione. E, soprattutto, indica l’entità della pressione esercitata dal partito governo che, evidentemente, ha investito molto su questo testo di legge.

 

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