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Ha superato le 100 mila firme la petizione “Every life counts” lanciata dalla rete internazionale di associazioni dei consumatori di sigarette elettroniche World Vapers’ Alliance. E ieri i responsabili dell’associazione si sono recati al Parlamento europeo di Bruxelles portando fisicamente gli scatoloni pieni di firme. “Ci siamo sistemati proprio fuori dal Parlamento – ha raccontato il policy manager Alberto Gómez Hernández – e l’energia era palpabile. Che si trattasse di eurodeputati che passavano, di giornalisti o di curiosi locali che si fermavano per chiedere informazioni sull’iniziativa, c’è la sensazione che il nostro messaggio stia arrivando: 100.000 voci contano. Proteggiamo lo svapo ora”.
La petizione chiede di proteggere il vaping e di promuovere la riduzione del danno da fumo in tutta l’Unione europea, soffermandosi in particolare sui temi più all’ordine del giorno nel dibattito. Gli elementi fondamentali dell’appello sono: la difesa degli aromi nei liquidi per sigarette elettroniche, rifiutando le ipotesi di divieto; un impegno concreto ad adottare strategie efficaci di riduzione del danno; la garanzia che i prodotti alternativi a base di nicotina a rischio ridotto siano vari e accessibili dal punto di vista economico; l’adozione di una normativa basata sul rischio, che operi una differenziazione fra i prodotti con nicotina in base al loro danno.
“La fuorviata crociata dell’Unione europea contro la sigaretta elettronica e la riduzione del danno – ha dichiarato il direttore di World Vapers’ Alliance, Michael Landl – è un disastro in divenire per la salute pubblica. I divieti sugli aromi, le restrizioni allo svapo all’aperto e l’aumento delle tasse non faranno altro che riportare le persone al fumo. L’Ue deve spostare urgentemente la sua attenzione su politiche basate su prove che salvino effettivamente vite e diano ai consumatori gli strumenti per smettere di fumare per sempre. Le voci di 100.000 consumatori che chiedono questo cambiamento non devono essere ignorate. Chiediamo ai parlamentari europei di ascoltare i loro elettori e di adottare politiche che funzionino”.
L’associazione ha ricordato come l’approccio aperto della Svezia verso gli strumenti di riduzione del danno abbia consentito al Paese di raggiungere un tasso generale di fumatori appena superiore al 5%, traguardo che, secondo le ultime stime, il resto dell’Unione raggiungerà nel 2100, con 60 anni di ritardo rispetto all’obiettivo prefissato. L’auspicio di World Vapers’ Alliance è che il successo della petizione spinga i decisori politici a riconsiderare misure definite controproducenti come il divieto sugli aromi e il divieto di svapo all’aperto. “Essere qui – conclude Gómez Hernández – mi ricorda perché abbiamo iniziato questa lotta: la scelta del consumatore, la salute pubblica e il diritto ad alternative più sicure. Insieme, stiamo amplificando un messaggio che non può essere ignorato”.