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Sembra che il Bangladesh sarà il prossimo Paese ad allinearsi alla linea proibizionista sulle sigarette elettroniche che caratterizza gran parte del continente asiatico. Secondo quanto riportato dal quotidiano locale Bdnews24 la proposta del ministro della salute Nurjahan Begun di vietare l’importazione di sigarette elettroniche e di tutti i prodotti correlati, ha avuto l’assenso del capo del governo bengalese Muhammad Yunus, premio Nobel per la pace nel 2006 per l’ideazione del microcredito. In un comunicato diramato nei giorni scorsi dall’esecutivo si legge, infatti, che durante una riunione del gabinetto “il ministero dei servizi sanitari ha proposto di adottare misure urgenti per vietare l’importazione di tutti i prodotti legati ai sistemi elettronici di erogazione della nicotina o alle sigarette elettroniche al fine di proteggere la salute pubblica e garantire la sicurezza delle generazioni future”.
Dopo la discussione, continua la nota, è stato deciso che le sigarette elettroniche saranno incluse nell’elenco dei prodotti vietati per le importazioni del Ministero del commercio. La Repubblica popolare del Bangladesh, dunque, è pronta ad allinearsi alle posizioni dell’India, con cui condivide la quasi totalità dei confini, e del Pakistan, di cui faceva parte prima della guerra di indipendenza e della sua costituzione nel 1971. Come noto in India i prodotti del vaping sono vietati dalla fine del 2019, mentre il Pakistan il divieto è entrato in vigore lo scorso novembre. Questo nonostante nei Paesi si registrino alti tassi di fumo. Secondo gli ultimi dati disponibili, infatti, nel 2020 i fumatori nel Bangladesh erano quasi il 35% della popolazione. Ma, a quanto pare, la riduzione del danno non è una strategia contemplata dal governo di Yunus.
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