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“Mi rammarico del voto del Consiglio dei ministri della sanità sul tema degli ambienti senza fumo, ma ritengo che si tratti una vittoria di Pirro per gli oppositori delle sigarette elettroniche”. Così l’eurodeputato tedesco Peter Liese, medico e portavoce della salute del Partito popolare europeo, commenta la decisione del Consiglio europeo che, lo scorso 3 dicembre, ha dato il via libera alla della Raccomandazione sugli ambienti senza fumo, proposta dalla Commissione, che estende il divieto di fumo ad alcune aree all’aperto, includendo il divieto di utilizzare in quelle stesse aree anche la sigaretta elettronica.
Una decisione, quella del Consiglio, raggiunta con molta difficoltà. A novembre Italia e Romania avevano inviato una dichiarazione congiunta criticando la mancanza di valutazioni di impatto ambientale dell’intera raccomandazione e sottolineando che l’estensione del divieto ai prodotti che emettono aerosol (come le sigarette elettroniche) manca di solide basi scientifiche. Il 28 novembre la Repubblica Ceca ha inviato una dichiarazione ancora più esplicita, in cui afferma che “le politiche per la protezione della salute pubblica devono essere razionali, realistiche e basate sulla prevenzione e la riduzione del danno”. “La Repubblica Ceca – continua il documento – riconosce che, secondo le più recenti evidenze scientifiche, l’uso dei nuovi prodotti emergenti con tabacco e nicotina può comportate un rischio minore per la salute rispetto ai prodotti del tabacco tradizionali”.
In linea con quanto detto, conclude la dichiarazione, “la Repubblica Ceca sostiene misure che tengano conto del danno relativo e del rischio sociale dei diversi prodotti del tabacco e della nicotina. Gli obiettivi primari dovrebbero essere: 1) proteggere i bambini e gli adolescenti dall’uso del tabacco e dall’esposizione al tabacco e ai prodotti correlati, e 2) facilitare la transizione dei fumatori adulti verso alternative meno dannose quando non sono in grado o non vogliono smettere del tutto di fumare”. Una posizione che contrasta chiaramente con quanto suggerito dalla Raccomandazione nel Consiglio.
Durante la votazione del 3 dicembre, inoltre, Grecia e Germania si sono astenute dal voto, mentre altri Paesi hanno votato a favore solo perché il provvedimento non è giuridicamente vincolante, cioè non sono obbligati ad adottarlo nelle leggi nazionali. “Nonostante sia stata raggiunta la maggioranza a favore della proposta sostanzialmente immutata della Commissione – spiega ancora Liese – molti Stati membri hanno fatto sapere che considerano la proposta immatura e che non intendono attuarla. Nei dibattiti futuri, sarà chiaro che la maggior parte degli Stati membri, e in particolare la maggioranza del Parlamento europeo, non credono che sia giusto mettere il tabacco e le sigarette elettroniche su un piano di parità”.
Proprio la settimana scorsa l’Europarlamento, riunito in sessione plenaria a Strasburgo, ha infatti respinto una risoluzione che appoggiava l’estensione del divieto di uso della sigaretta elettronica nelle aree all’aperto dove è vietato fumare. E, pur sottolineando la necessità di proteggere minori e giovani dal vaping, Liese conclude: “Secondo un’ampia maggioranza del Parlamento europeo, questo è un aiuto per i forti fumatori a smettere di fumare. Ciò significa che le persone riducono il rischio di oltre il 95%. Questo sarà un importante principio guida in tutti i futuri dibattiti nell’Ue”. Una posizione di cui Commissione e Consiglio dovrebbero prendere atto, visto che il Parlamento europeo è l’unica istituzione dell’Ue eletta direttamente dai cittadini.
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