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Vietare gli aromi nelle e-cig riduce la cessazione del fumo negli adulti

Un nuovo studio americano mette in guardia sulle conseguenze delle limitazioni sulle sigarette elettroniche.

Le normative pensate per proteggere i giovani, che limitano le caratteristiche delle sigarette elettroniche – per esempio il divieto sugli aromi o sui dispositivi monouso – possono avere l’effetto di ridurre la cessazione del fumo fra gli adulti. È questa la preoccupante ma non sorprendente conclusione di uno studio pubblicato ieri su Jama Network, intitolato “Potential Policy Targets to Reduce Vaping Among Youths”. A condurlo sono stati dei ricercatori molto noti nel campo del vaping: Andrew F. Brouwer della University of Michigan, Jamie Hartmann-Boyce della University of Massachisetts, che è la prima autrice della revisione Cochrane sull’efficacia dell’e-cigarette, e Abigail Friedman della Scuola di salute pubblica dell’Università di Yale, che ha condotto importanti studi sulle conseguenze indesiderate sul divieto agli aromi diversi dal tabacco nei prodotti del vaping applicati in California.
Lo studio spiega che oltre il 25% dei cittadini degli Stati Uniti vive in regioni con restrizioni sulle vendite di aromi nei liquidi per sigarette elettroniche che sono in genere promulgate per ridurre il vaping tra i giovani. Contemporaneamente però, continuano i ricercatori, gli studi clinici randomizzati suggeriscono che gli adulti che fumano hanno maggiori probabilità di smettere di fumare sigarette combustibili con l’ausilio delle sigarette che senza. Quindi è fondamentale che i decisori politici conoscano bene le preferenze degli utilizzatori in base alla loro età per evitare che le loro politiche abbiano conseguenze negative.
I ricercatori hanno utilizzato i dati dell’indagine annuale rappresentativa a livello nazionale Popolation Assessment of Tobacco and Health (Path) dal gennaio del 2022 ad aprile del 2023, dividendo i partecipanti che avevano usato la sigaretta elettronica negli ultimi 30 giorni per tre fasce di età: giovani (12-17 anni), giovani adulti (18-24 anni) e adulti (25-54 anni). Si è scelto di escludere i consumatori dai 55 anni in su perché ritenuti non rappresentativi per questo tipo di studio, a causa della maggiore influenza sulla mortalità dei prodotti del tabacco. In tutto lo studio ha riguardato 10650 giovani, 10310 giovani adulti e 13344 adulti.
Veniamo ai risultati. La quasi totalità dei consumatori che aveva svapato nell’ultimo mese aveva usato liquidi con aroma diverso dal tabacco: il 98,3% dei giovani, il 96,9% dei giovani adulti e il 90,2% degli adulti. Diversa la proporzione di chi aveva utilizzato dispositivi monouso (quasi esclusivamente aromatizzati), che comprendeva il 76,3% dei giovani, il 76,4 dei giovani adulti e il 61,4% degli adulti. Queste stime, continua lo studio, suggeriscono che i divieti sugli aromi limiterebbero la scelta del prodotto per 5,6 adulti fumatori per ogni giovane svapatore, mentre la messa al bando delle e-cig monouso colpirebbe 5 consumatori adulti per ogni giovane. In totale, secondo gli autori, applicando queste restrizioni la cessazione del fumo fra gli adulti sarebbe ridotta del 14,5%.
In questo studio – concludono i ricercatori – abbiamo stimato il numero di individui statunitensi che perderebbero l’accesso al loro sistema elettronico di erogazione di nicotina preferito in base a diversi obiettivi politici. I risultati suggeriscono che i divieti di aromi avrebbero conseguenze non solo per quasi tutti i giovani che svapano, ma anche per la maggior parte degli adulti che hanno utilizzato o potrebbero utilizzare i sistemi elettronici di erogazione di nicotina per smettere di fumare”.

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