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Con divieti sugli aromi per e-cig aumenta il fumo fra i giovani adulti

Un nuovo studio ha analizzato i dati degli Stati americani che hanno vietato i gusti nelle sigarette elettroniche.

Vietare la vendita di liquidi per sigarette elettroniche con aromi diversi dal tabacco potrebbe avere risultati molto diversi da quelli sperati. La misura restrittiva che viene attuata o proposta con l’intento di combattere il vaping fra i giovani, infatti, negli Stati Usa che l’anno attuata ha avuto come esito l’aumento dei fumatori proprio in quella fascia di età che si intendeva proteggere. E, vista la provata minore dannosità dello svapo rispetto al fumo, si tratta di un clamoroso autogol per la salute pubblica.
A dirlo è una ricerca pubblicata su Jama Health Forum, intitolata “Flavored E-Cigarette Sales Restrictions and Young Adult Tobacco Use” e finanziata dal National Cancer Insitute, dalla Food and Drug Administration e dal National Insitute of Drug Abuse. Il lavoro è stato condotto da Abigail Friedman della Scuola di salute pubblica dell’Università di Yale, autrice dei più importanti studi sugli effetti dei divieti sugli aromi per e-cig, insieme a Travis Whitacre e Michael Pesko della University of Missouri. Per valutare gli effetti di questa misura sui giovani adulti, i ricercatori hanno analizzato i dati dal 2016 al 2023 del Behavioral Risk Factor Surveillance System, una serie di indagini ripetute rappresentative a livello nazionale e statale, concentrandosi sulla fascia di età che va dai 18 ai 29 anni e utilizzando una metodologia che ha consentito di isolare gli effetti del divieto sugli aromi da altre normative sul tabacco e fattori ambientali e quindi di fornire un quadro chiaro del loro impatto.
I risultati sono davvero poco rassicuranti. Rispetto agli Stati che non avevano adottato il divieto sugli aromi, in quelli che l’avevano fatto il vaping fra i 18-29enni era diminuito del 3,6%. Ma attenzione, contemporaneamente nella stessa fascia di età si era verificato un aumento dei fumatori quotidiani del 2,2% solo negli Stati che avevano attuato il divieto. In pratica la misura ha prodotto 3 fumatori in più ogni 5 svapatori in meno. L’unico Stato in cui non si è registrato un aumento dei fumatori è il Maryland, che però ha adottato una politica diversa dagli altri, vietando gli aromi nei sistemi chiusi (escluso il mentolo) e esentando dal divieto i sistemi aperti. Questo suggerisce che politiche più ragionate possono dare migliori risultati.
I risultati di questa analisi – conclude la ricerca – indicano che le restrizioni statali sulle vendite di sigarette elettroniche aromatizzate erano associate a una riduzione dello svapo tra i giovani adulti, ma potrebbero aver fatto aumentare involontariamente il fumo di sigaretta, potenzialmente annulando i guadagni in termini di salute pubblica. Questi risultati suggeriscono che alleviare il peso delle malattie correlate al tabacco richiederà strategie di regolamentazione che bilancino la riduzione del vaping con la prevenzione dell’aumento dell’uso più letale di tabacco combustibile”.

Abigail Friedman

Lo ribadisce Abigail Friedman in una dichiarazione riportata sul sito della Scuola di salute pubblica di Yale. “Le evidenze di questo studio, che collegano le restrizioni sulle vendite di sigarette elettroniche aromatizzate all’aumento del fumo tra i giovani adulti, sollevano reali preoccupazioni per la salute della popolazione – spiega – Con una variazione sostanziale nei profili di rischio nei moderni prodotti a base di nicotina e tabacco, questa ricerca sottolinea la necessità di valutare gli effetti incrociati di tali politiche, per garantire che siano al servizio della salute pubblica”. Friedman evidenzia anche l’esempio positivo del Maryland. “Rassicura che i nostri risultati per questo Stato – conclude – suggeriscono potenziali benefici da politiche più personalizzate: esentando gli aromi al mentolo e i dispositivi a sistema aperto, la regolamentazione del Maryland è stata associata a diminuzioni dello svapo tra i giovani adulti senza aumento del fumo. Comprendere cosa ha determinato questo potrebbe rivelare approcci promettenti per ridurre lo svapo tra i giovani adulti senza aumentare il fumo, il principale fattore scatenante delle malattie legate al tabacco”.

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