L'attualità quotidiana sulla sigaretta elettronica

Sigarette elettroniche, Anafe: l’Europa si ispiri all’Italia per le accise

In audizione alla Camera il presidente Roccatti ha espresso anche contrarietà per il divieto di vendita online.

La normativa italiana sulla sigaretta elettronica rappresenta un successo a livello europeo e ha consentito al mercato, dopo anni di incertezze e oscillazioni, di tornare a crescere a beneficio sia degli operatori del settore, sia dell’occupazione, sia dello Stato per le entrate fiscali. Sono queste le conclusioni di Umberto Roccatti, presidente dell’associazione dei produttori di fumo elettronico Anafe Confidustria, audito oggi dalla VI Commissione Finanze della Camera dei deputati, nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulla fiscalità e sul regime concessorio per la vendita al dettaglio dei prodotti del tabacco e dei prodotti di nuova generazione.

Il presidente della commissione Finanze della Camera Mario Osnato (FdI)

Roccatti ha anche sottolineato quanto sia importante, proprio per preservare questo equilibrio, evitare aumenti fiscali eccessivi e repentini, che potrebbero destabilizzare il mercato, e adottare norme che non favoriscano il contrabbando o la concorrenza sleale da parte di aziende operanti nei paesi limitrofi. “Quanto accaduto nel corso dell’ultimo decennio – ha affermato il presidente di Anafe – ha dimostrato che una tassazione equiparata a quella del tabacco, soprattutto nella forma ad valorem, genererebbe un grave danno sia per il settore che per le casse dello Stato, con un buco di oltre 100 milioni di euro”.
Roccatti ha ricordato come l’introduzione, nel 2018, di un sistema fiscale equilibrato abbia permesso alla filiera di ripartire, portando il gettito dell’imposta di consumo a oltre 100 milioni nel 2024, ai quali si aggiunge un contributo Iva di pari entità. Con un quadro normativo stabile, il settore potrà garantire un apporto fiscale che nel 2025 supererà ampiamente i 200 milioni, consolidando così il ruolo della filiera come un attore strategico per l’economia italiana. Gli aumenti introdotti dalla legge di bilancio del 2023, che prevedono un primo incremento dell’imposta di consumo del 6,6% nel 2025 e un secondo del 6,3% nel 2026, secondo Anafe hanno certamente un impatto sulla filiera, ma sono gestibili dal mercato. “Tuttavia – ha aggiunto Roccatti – aumenti eccessivi e continuativi, soprattutto a doppia cifra percentuale, rischiano di alimentare il contrabbando e compromettere l’occupazione nel settore”.
Per questo Anafe chiede che l’aggiornamento della Direttiva europea sulle accise, la cosiddetta Ted, che attualmente è al vaglio delle istituzioni europee, si ispiri all’impostazione italiana, senza modificare l’entità dell’imposta. “In particolare – ha continuato il presidente di Anafe – sottolineiamo con fermezza la nostra contrarietà all’introduzione di una tassazione ad valorem e al triplicarsi dell’imposta per i prodotti con oltre 15 mg/ml di nicotina, come ipotizzato da alcune bozze della Ted in circolazione”.
Durante l’audizione si è affrontato anche il tema della distribuzione dei prodotti. Roccatti ha lodato ancora una volta il sistema autorizzativo italiano, esprimendo però la contrarietà dell’industria al divieto di vendita online, che penalizza le aziende italiane rispetto ai concorrenti di Paesi dell’Ue dove il prodotto è liberamente commercializzabile. “Riteniamo che le normative sulle vendite online già in vigore – ha concluso Umberto Roccatti – garantissero sia la tutela dei minori sia la corretta riscossione delle imposte. Tuttavia, accogliamo con senso di responsabilità la nuova disposizione. Il vero problema resta il contrabbando, che continua a proliferare attraverso siti non autorizzati e piattaforme social. È necessario un maggiore enforcement per arginare questo fenomeno”.

 

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