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Lotta al fumo, Movimento Difesa del Cittadino: “Sostenere la cultura della riduzione del danno”

Prosegue l'indagine parlamentare conoscitiva sulla fiscalità dei prodotti del tabacco con l'audizione dell'associazione dei consumatori presieduta da Antonio Longo.

Continua l’attività conoscitiva della commissione Finanze della Camera dei deputati nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulla fiscalità e sul regime concessorio per la vendita al dettaglio dei prodotti del tabacco e dei prodotti da fumo di nuova generazione. Con la presidenza di Marco Osnato (FdI), dopo le audizioni dei tabaccai aderenti alla Fit, alla Uit e ad Assotabaccai, e dell’associazione italiana vapore elettronico (Aive) è stata la volta del Movimento Difesa del Cittadino (Mdc).
Contrariamente alle altre associazioni a tutela dei consumatori, il portavoce nazionale Francesco Luongo ha spiegato che in ottica di lotta al tabagismo sarebbe importante sostenere e incentivare la riduzione del danno attraverso gli strumenti a rischio ridotto: sigarette elettroniche e tabacco riscaldato. E sarebbe altrettanto importante distinguere anche a livello fiscale una netta separazione dal tabacco.

Francesco Luongo, portavoce nazionale Mdc

La mancanza di un quadro regolatorio armonizzato a livello Ue ha incentivato il contrabbando e gli acquisti transfrontalieri, con danni economici stimati in oltre 620 milioni di euro annui per lo Stato italiano. L’Italia ha ampliato la tassazione ai nuovi prodotti, liquidi per sigarette elettroniche e tabacco riscaldato, ma un approccio fiscale punitivo potrebbe spingere i consumatori verso il mercato illegale. Questi cambiamenti richiedono una regolamentazione equilibrata che consideri sia la tutela della salute pubblica sia l’accesso a opzioni meno dannose per i fumatori adulti”. Non bisogna però trascurare la prevenzione, soprattutto attraverso la corretta informazione e i controlli per il rispetto del divieto di vendita ai minori. “La prevenzione del fumo tra i giovani rappresenta una sfida cruciale. Circa uno studente su tre tra i 14 e i 17 anni (30,2%) ha utilizzato almeno un prodotto a base di tabacco o nicotina nell’ultimo mese. L’età media del primo contatto con la nicotina si attesta tra i 13 e i 14 anni. Il policonsumo tra i giovani è raddoppiato negli ultimi due anni, con una prevalenza maggiore nei fine settimana. Le ragazze mostrano percentuali di consumo quotidiano superiori rispetto ai ragazzi nella fascia d’età 15-16 anni (21% contro 15%). I prodotti di nuova generazione vengono spesso promossi come alternative sicure, creando confusione tra i giovani consumatori. È necessario vietare pratiche pubblicitarie fuorvianti. Nonostante i divieti legali, molti giovani dichiarano di acquistare personalmente prodotti del tabacco presso bar o tabaccai senza controlli sull’età. Questi dati evidenziano la necessità di rafforzare le politiche di prevenzione attraverso campagne educative mirate e controlli più severi sulla vendita”.
Il fumo rimane una delle principali cause di mortalità evitabile in Italia, con oltre 93mila decessi annui attribuibili al consumo di tabacco. La proposta di Mdc è semplice: “Promuovere strategie di riduzione del danno per proteggere la salute pubblica e migliorare l’accesso a informazioni scientificamente valide sui rischi associati ai diversi prodotti, incentivando così l’uso di alternative meno dannose per i fumatori adulti che non riescono a smettere”. In conclusione, Luongo ha invitato la commissione finanze a “rafforzare i controlli sulla vendita ai minori e vietare pratiche pubblicitarie ingannevoli; promuovere alternative meno nocive attraverso politiche fiscali equilibrate e sul regime concessorio per la vendita al dettaglio dei prodotti del tabacco e dei prodotti da fumo di nuova generazione; garantire etichette chiare sui rischi per la salute; potenziare i controlli doganali e introdurre tecnologie innovative per la tracciabilità”. Attraverso queste linee guida, si otterrebbe un approccio bilanciato che “può garantire la tutela della salute pubblica senza compromettere i diritti dei consumatori e gli interessi della filiera produttori-distributori né favorire il mercato illegale”.

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