L'attualità quotidiana sulla sigaretta elettronica

Il procuratore generale di New York fa causa alle aziende del vaping

Letitia James porta in tribunale il settore americano della sigaretta elettronica con l'accusa di aver alimentato l'uso fra i minori.

Il procuratore generale di New York Letitia James ha citato in giudizio diversi produttori e distributori di sigarette elettroniche, accusandoli di aver alimentato quella che viene definita “un’epidemia di vaping fra i giovani”, vendendo prodotti con aromi e confezioni che li attiravano. Gli accusati sono sedici, fra aziende, distributori  ma anche singole persone. La richiesta di James ammonta a centinaia di milioni di dollari in multe e risarcimento danni.

Il procuratore generale di New York Letitia James

La mossa del procuratore generale di New York ricorda un po’ il contenzioso contro le multinazionali del tabacco che portò al Master settlement agreement, che sancisce l’obbligo per le major di corrispondere agli Stati una compensazione economica milionaria, diluita in 25 anni, per i danni causati alla salute dei cittadini. Secondo l’accusa, infatti, gli imputati hanno creato l’epidemia di vaping fra i giovani, nonostante fossero a conoscenza dei rischi per la salute e nonostante una legge statale del 2020 che vieta la vendita di prodotti da svapo aromatizzati e la vendita di prodotti del vaping ai minori di 21 anni. Anche la retorica utilizzata da James va in quella direzione. “L’industria del vaping – ha dichiarato – sta prendendo spunto dal manuale di Big Tobacco: sta facendo sembrare la nicotina una cosa cool, facendo appassionare i minori e creando una massiccia crisi di salute pubblica”.
Immediata è arrivata la risposta dell’American Vapor Manufacturers, l’associazione dei produttori, che denuncia l’attacco ingiusto a “legittime aziende americane che danno lavoro a migliaia di persone e contribuiscono alle economie locali”. La vicepresidente Allison Boughner sottolinea che gli associati hanno come obiettivo quello di offrire ai fumatori alternative più sicure alle sigarette tradizionali in un’ottica di riduzione del danno. Questa causa legale, secondo Boughner, metterà una ingiusta pressione su aziende che già lottano per adeguarsi alle norme, rischiando chiusure e licenziamenti in una fase in cui la stabilità economica è essenziale. “Esortiamo il procuratore generale James – conclude l’associazione – a riconsiderare questo approccio punitivo che mette in pericolo l’imprenditoria americana e trascura i benefici della sigaretta come aiuto per smettere di fumare”.

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