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L’uso della sigaretta elettronica induce i giovani a fumare? Secondo una importante revisione di studi pubblicata sulla rivista Addiction non vi sono evidenze scientifiche che dimostrino un nesso causale fra i due comportamenti. Anzi, il primo risultato della revisione indica prove, seppure giudicate di bassa certezza, che fra il vaping e il fumo fra i giovani vi sia un rapporto inversamente proporzionale: quando le sigarette elettroniche diventavano più disponibili e/o utilizzate, i tassi di fumo tra i giovani diminuivano e, al contrario, man mano che le sigarette elettroniche venivano limitate, i tassi di fumo tra i giovani aumentavano. Secondo questa revisione, dunque, il leitmotiv più utilizzato dagli oppositori del vaping e portato a giustificazione di tutte le misure restrittive sullo strumento di riduzione del danno – cioè che l’e-cig spinge i giovani al fumo – ancora una volta rimane una tesi che non trova conferma scientifica.
Il lavoro si intitola “Electronic cigarettes and subsequent cigarette smoking in young people: A systematic review” ed è stato condotto da un gruppo di scienziati britannici e americani che vale la pena di elencare. Sono Thomas R. Fanshawe, Sufen Zhu, Jonathan Livingstone-Banks e Nicola Lindson dell’Università di Oxford, Dylan Kneale, Lion Shahab, Dimitra Kale e Sarah E. Jackson dello University College di Londra, Michael Pesko dell’Università del Missouri, Nancy Rigotti della Scuola di medicina dell’Università di Harvard, Kate Tudor del National Endowment for Science, Technology and the Arts di Londra, Karen Rees dell’Università di Warwick e Jamie Hartmann-Boyce dell’Università del Massachusetts. A coordinare l’equipe di ricerca come primi autori sono stati Rachna Begh e Monserrat Conde dell’Università di Oxford, mentre la revisione è stata finanziata da Cancer Research UK.
Per valutare le prove di una eventuale relazione tra l’uso delle sigarette elettroniche e il successivo fumo fra i giovani, la revisione ha analizzato 126 studi in materia, seguendo protocolli consolidati per screening, estrazione dei dati, valutazione critica e del grado di certezza. Come detto, il risultato indica piuttosto che più cresce l’uso della sigaretta elettronica, più diminuisce il fumo e viceversa, anche se il grado di certezza è molto basso. Anche i dati sulla progressione individuale al fumo erano contraddittori e a forte rischio di bias, non consentendo di tirare alcuna conclusione. “A livello individuale – si legge infatti nella revisione – le persone che svapano sembrano avere maggiori probabilità di passare a fumare rispetto alle persone che non svapano; tuttavia, non è chiaro se questi comportamenti siano causalmente collegati. Prove con un grado di certezza molto basso suggeriscono che lo svapo e il fumo tra i giovani potrebbero essere inversamente correlati”.

Jamie Hartmann-Boyce, che fra l’altro è la responsabile della revisione permanente sulla sigaretta elettronica di Cochrane, commenta i risultati. “Una delle preoccupazioni di alcuni membri della comunità della sanità pubblica sul vaping è che potrebbe indurre più giovani a fumare – spiega – Alcune prove del nostro studio, anche se non tutte, suggeriscono forse il contrario, ovvero che la sigaretta elettronica potrebbe contribuire al calo del fumo tra i giovani, in particolare negli Stati Uniti”. Proprio negli Usa, continua Hartmann-Boyce, vi sono abbastanza giovani non fumatori che iniziano a svapare e se la sigaretta elettronica li spingesse al fumo, si dovrebbe cominciare a vederlo a livello di popolazione dai dati sui fumatori.
“Non lo abbiamo visto affatto – conclude – Anzi, i tassi di fumo tra i ragazzi sono diminuiti drasticamente. Se ciò sia dovuto al vaping o ad altro è ancora incerto ma è difficile sostenere che, nella popolazione statunitense, la sigaretta elettronica stia inducendo in massa i giovani a fumare. Per ora i dati non lo confermano”.