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Sigaretta elettronica: nel tempo si passa dagli aromi al tabacco ai fruttati

Uno studio svizzero dimostra non solo la preferenza per gusti alla frutta ma anche la graduale diminuzione della nicotina.

Quando si parla di vietare gli aromi nei liquidi per sigarette elettroniche, i sostenitori dello strumento di riduzione del danno da fumo si sforzano di far capire l’importanza che i gusti diversi da tabacco hanno proprio nel processo di disassuefazione dalle sigarette tradizionali. Man mano che passa il tempo, infatti, gran parte dei consumatori tende ad allontanarsi dagli aromi che ricordano la vecchia e dannosa abitudine per avvicinarsi ad aromi fruttati o dolci.
Lo hanno dimostrato nel tempo diverse indagini e lavori scientifici e lo conferma oggi uno studio svizzero pubblicato su Tobacco Prevention and Cessation. La ricerca si intitola “E-liquid flavors and nicotine concentration choices over 6 months after a smoking cessation attempt with ENDS: Secondary analyses of a randomized controlled trial” ed è stata realizzata da un’équipe di quattordici scienziati e ricercatori provenienti dalle università di Berna, Friburgo, Losanna e Zurigo, da diversi dipartimenti degli ospedali universitari di Ginevra e Berna, dall’ospedale pediatrico della Svizzera centrale di Lucerna e dal Kantonsspital di St. Gallen. A coordinare i ricercatori Julian Jakob dell’Università di Berna.
Scopo dello studio era non solo monitorare la scelta degli aromi da svapare ma anche la concentrazione di nicotina utilizzata nel corso di sei mesi da una coorte di fumatori disposti a smettere con la sigaretta elettronica. Per determinarlo la ricerca ha coinvolto 622 fumatori adulti. L’età media dei partecipanti era di 38 anni, fumavano in media 15 sigarette al giorno e che avevano iniziato a fumare, sempre in media, a 16 anni. Tutti loro hanno ricevuto gratuitamente una sigaretta elettronica con la possibilità di scegliere fra sei diversi aromi di liquidi e 4 concentrazioni di nicotina, oltre a una consulenza per smettere di fumare. Tanto la scelta dell’aroma, quanto quella della nicotina sono state monitorate dopo 1, 2, 4 e 8 settimane e dopo sei mesi dalla data di cessazione, facendo un confronto fra i partecipanti che riferivano di aver usato esclusivamente la sigaretta elettronica e quelli che, almeno nella settimana precedente il controllo, avevano svapato e fumato, i cosiddetti utilizzatori duali. L’esposizione alla nicotina è stata confermata dagli esami delle urine.
I risultati dimostrano cha alla prima settimana gli svapatori esclusivi erano il 66% a fronte del 21% di utilizzatori duali. Dopo sei mesi i primi erano diventati il 43% e i secondi il 16%. Ma veniamo alla scelta degli aromi. Mentre alla prima settimana le preferenze fra i due gruppi erano simili (la scelta ricadeva sui gusti fruttati per il 25% degli svapatori esclusivi e il 24% dei duali, quella degli aromi al tabacco per il 24% dei vaper e il 27% dei duali), le preferenze di distanziavano dopo i sei mesi. Con il passare del tempo, infatti aumentava la scelta degli aromi fruttati per gli svapatori esclusivi rispetto ai duali (31% contro 22%) e diminuiva quella per i gusti al tabacco (21% contro 33%). Sono invece rimaste sostanzialmente stabili le percentuali di chi ha utilizzato aromi mentolati o altri gusti.
Discorso analogo per la concentrazione di nicotina utilizzata nei liquidi. All’inizio dello studio la scelta era simile in entrambi i gruppi (12,5 mg/ml per i vaper esclusivi e 13,4 mg/ml per i duali). Durante lo studio tutti i partecipanti hanno diminuito la nicotina, ma dopo sei mesi, il calo fra gli svapatori era stato maggiore rispetto ai duali: in media 6,3 mg/ml contro 8,2 meg/ml. “Dopo 6 mesi – si legge quindi nelle conclusioni degli autori – gli utilizzatori esclusivi di sigarette elettroniche hanno utilizzato più e-liquid aromatizzati alla frutta e hanno scelto una concentrazione media di nicotina inferiore rispetto agli utilizzatori doppi”. Un monito per tutti i sostenitori del flavour ban.

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