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“Cento miliardi di euro di danni economici, 127.000 decessi, 450.000 ricoveri ospedalieri, tutti causati dal tabacco”. Heino Stöver, direttore dell’Istituto di ricerca sulle dipendenze dell’Università delle scienze applicate di Francoforte, ha elencato i danni che il fumo provoca in Germania durante il settimo simposio “Riduzione del danno da tabacco: strategie promettenti per smettere di fumare”, che si è svolto la scorsa settimana a Berlino. Eppure, ha continuato il professore tedesco, tutto questo non sembra avere alcun ruolo nei negoziati per formare la nuova coalizione di governo. “Quello di cui abbiamo bisogno – è l’appello di Stöver al governo in formazione – è una strategia efficace di controllo del tabacco che includa la riduzione del danno da tabacco, e ne abbiamo bisogno ora”.

A sostenere la riduzione del danno come strategia per ridurre gli oneri del fumo a Berlino si è riunito un parterre di medici ed esperti tedeschi e internazionali e un ruolo importante nel dibattito lo ha avuto la sigaretta elettronica, lo strumento più popolare fra i fumatori che vogliono dire addio al fumo. Lo ha confermato Nicola Lindson della britannica Università di Oxford quando, illustrando gli ultimi risultati della revisione Cochrane sul vaping, ha confermato che la sigaretta elettronica è uno dei metodi più efficaci per smettere di fumare. Un altro britannico, il direttore della società di consulenza Counterfactual Clive Bates, ha invece criticato politiche normative proibizioniste in materia di salute pubblica che, dove sono state applicate, hanno portato a crescite spropositate di mercato nero e alla conseguente maggiore vulnerabilità delle categorie che si vorrebbero proteggere, come i giovani.
Proprio alla questione dei giovani si è ricollegato il professore Knut Kröger, responsabile di angiologia dell’ospedale Helios di Krefeld, esprimendo la sua contrarietà per i toni molto emotivi del dibattito sulla cessazione del fumo. “Consigliare di usare le sigarette elettroniche a pazienti adulti che sono forti fumatori e hanno già tentato molte volete di smettere senza riuscirci – ha affermato – non mette in pericolo i giovani, come sostengono alcuni critici. Tali critiche semplicemente non possono essere comprovate dai dati disponibili”. Dopo di lui Stephan Wiedemann dell’Associazione per il lavoro sociale e terapeutico integrativo ha presentato un progetto pilota nel quale le persone ricoverate in strutture di residenza assistita sono state informate sulla possibilità di smettere di fumare con l’aiuto delle sigarette elettroniche e hanno ricevuto anche dei kit gratuiti per iniziare a svapare. È stato un successo, tanto che nel sondaggio a fine progetto quasi il 100% dei partecipanti ha dichiarato che consiglierebbe questo metodo per dire addio al fumo.
L’autorevole scienziato svedese Karl Fagerström e il direttore di Ash New Zealand Ben Youdan hanno infine descritto i successi dei loro Paesi in termini di lotta al fumo. In Svezia, ha spiegato Fagerström, il tasso del consumo di nicotina è al 22%, simile a quello della Germania e degli altri paesi europei, eppure i fumatori sono pochissimi (entro il 5%, ndr) e il tasso di cancro ai polmoni è il più basso d’Europa, grazie ai sostituti a minor rischio come snus, bustine di nicotina e sigarette elettroniche. Beudan ha sottolineato il ruolo fondamentale del vaping nella riduzione dei tassi di fumo in Nuova Zelanda e delle iniziative del governo che ha organizzato campagne per incoraggiare i fumatori a passare alla sigaretta elettronica, distribuendo anche kit gratuiti.
Insomma, ha concluso l’organizzatore Stöver, la Germania ha ancora molto da recuperare nella lotta al fumo e potrebbe prendere a modello proprio i Paesi che adottano strategie riduzione del danno, applicando una regolamentazione basata sulla diversa nocività di diversi prodotti. E soprattutto mettendo fine ad alcuni paradossi. “È incomprensibile il motivo per cui io posso procurarmi tabacco 24 ore su 24 da 400.000 distributori automatici di sigarette – ha concluso Stöver – mentre alternative molto meno dannose, come le bustine di nicotina, sono vietate e quindi disponibili solo sul mercato nero”.
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