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Alla fine è andata come si temeva. La Corte suprema degli Stati Uniti ha dato ragione alla Food and Drug Administration nel Fda vs Wages and White Lion Investment, noto anche come il caso Triton. Era una sentenza attesa e temuta da tutto il mondo della sigaretta elettronica, perché sarebbe stata la prima volta che il più alto tribunale degli Usa si pronunciava sul processo di autorizzazione per la commercializzazione delle sigarette elettroniche nel Paese.
Il caso in questione riguarda due aziende produttrici di liquidi da inalazione, Triton e Vapetasia, a cui l’Fda aveva negato l’autorizzazione alla commercializzazione per tutti i prodotti aromatizzati. Le aziende avevano fatto ricorso alla Corte d’appello del quinto circuito che, nel gennaio del 2024, aveva dato loro ragione, sostenendo che l’agenzia aveva agito in maniera “arbitraria e capricciosa”, obbligando le aziende a “una ricerca senza speranza”, imponendo requisiti dell’ultimo minuto e poi respingendo le richieste. È stata poi la Food and Drug Administration, nel marzo del 2024, a chiedere alla Corte suprema di esaminare il caso e la decisione della Corte d’appello del quinto circuito.
Il 2 dicembre scorso i nove giudici dell’alta corte hanno ascoltato le argomentazioni sul caso e già da subito era apparso chiaro che l’interesse fosse soprattutto sulle questioni tecnicamente procedurali. Insomma, i tentativi degli avvocati delle due aziende di portare il dibattito su un livello più ampio e sui benefici del vaping per i fumatori, non avevano avuto successo. Un osservatore come Marc Gunther del magazine Filter aveva osservato che “alcuni hanno mostrato una comprensione sofisticata delle questioni. Altri, no”.
Sensazioni che avevano un fondamento, perché alla fine i giudici hanno dato ragione all’agenzia e torto a Triton e Vapetasia e alla Corte d’appello del quinto circuito. Secondo Samuel Alito, autore della sentenza, “non possiamo dire che la Food and Drug Administration abbia impropriamente cambiato la sua posizione in materia di prove scientifiche e ad altre linee guida”. Ricordiamo che per poter immettere sul mercato i loro prodotti, le aziende americane devono fornire all’agenzia una robusta e costosa documentazione scientifica, che dimostri che la commercializzazione di tali prodotti sia appropriata alla protezione della salute pubblica. Al momento l’agenzia ha dato il via libera solo a 34 prodotti del vaping, quasi tutti al gusto di tabacco e qualcuno al mentolo.
Esultano per la sentenza della Corte Suprema, naturalmente, gli oppositori del vaping, mentre l’avvocato delle due aziende, Eric Hayer, nell’esprimere la sua delusione per la sentenza ha ribadito: “Triton e Vapetasia continuano a credere nel grande potenziale di riduzione del danno dei loro prodotti per i fumatori”.
Nel frattempo l’Fda è in una fase di forti cambiamenti voluti dalla nuova amministrazione. Questa settimana è stato sollevato dall’incarico il direttore del Center for tobacco products Brian King e ancora non si sa chi Martin Makary, il nuovo commissario che ha giurato solo tre giorni fa, sceglierà per sostituirlo, mentre il nuovo ministro per la salute annuncia tagli di personale in tutta l’agenzia. Sullo sfondo rimane la promessa che Trump fece in campagna elettorale dal suo social Truth, quando promise di salvare i prodotti del vaping aromatizzati. Una promessa che l’industria di settore americana non ha dimenticato.
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