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Uno studio tedesco sul consumo di tabacco (Debra) ha rivelato che circa il 30% della popolazione fumava sigarette nel 2024 (in Italia fuma il 22% della popolazione). L’indagine, che ha coinvolto quasi 1.200 adulti fumatori quotidiani, ha evidenziato che oltre la metà (51,2%) non era motivata a smettere. Solo il 29,1% aveva intenzione di provarci entro l’anno successivo, mentre il restante aveva un desiderio vago ma nessun piano concreto. La scarsa motivazione è risultata più diffusa tra gli over 65 (64,4%) e meno tra i giovani tra 19 e 34 anni (38,9%). Anche il livello socioeconomico ha giocato un ruolo cruciale: chi apparteneva a fasce meno abbienti mostrava meno propensione a smettere. Tra i principali ostacoli emersi vi sono il piacere che il fumo procura (50,1%), la difficoltà di modificare abitudini radicate (41,4%) e la mancanza di disciplina (31,2%).
Interessante è il dato relativo alla percezione delle alternative: solo il 27,3% dei fumatori riteneva che le sigarette elettroniche e i prodotti a tabacco riscaldato fossero meno dannosi rispetto alle sigarette tradizionali, contro l’84,7% degli utilizzatori abituali di prodotti senza combustione. Questo indica una mancanza di informazione che potrebbe ostacolare l’adozione di strategie efficaci di riduzione del danno. Lo studio ha sottolineato che “il modo migliore per ridurre i rischi per la salute legati al fumo è smettere del tutto“, ma ha anche messo in evidenza quanto sia “poco realistico aspettarsi che tutti i fumatori riescano a farlo con i metodi convenzionali“. Alla luce della scarsa motivazione diffusa e delle difficoltà reali riportate dai fumatori, emerge la necessità di approcci alternativi. Una soluzione concreta può essere rappresentata dalla sigaretta elettronica. Numerose ricerche suggeriscono che possa essere significativamente meno dannosa rispetto al fumo tradizionale e che possa offrire un valido aiuto nella transizione verso l’abbandono del tabacco tradizionale. Per molti fumatori, soprattutto quelli meno motivati o che trovano difficile rinunciare al piacere del gesto, la e-cig può rappresentare un primo passo realistico e sostenibile verso la cessazione. Ridurre la prevalenza del fumo, in Germania ma in generale ovunque, richiederà una strategia integrata che non si limiti a proibire o scoraggiare, ma che accompagni i fumatori con strumenti concreti e personalizzati. In questo contesto, la sigaretta elettronica potrebbe giocare un ruolo chiave, se correttamente regolamentata e supportata da una comunicazione trasparente sul rapporto tra rischio e beneficio relativo rispetto al fumo tradizionale.