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Una nuova legge in Belgio ha introdotto importanti restrizioni sulla visibilità dei prodotti legati al tabacco, inclusi anche i dispositivi per il vaping. La nuova normativa proibisce l’esposizione di sigarette e di qualsiasi altro prodotto del tabacco, comprese le sigarette elettroniche, all’interno dei negozi.
L’obiettivo è di ridurre la visibilità dei prodotti che creano dipendenza, con la speranza di limitare gli acquisti impulsivi. Il primo step della riforma, supervisionato dal ministro della Salute Frank Vandenbroucke, è partito il 1° gennaio con il divieto di vendita delle sigarette elettroniche monouso. Vandenbroucke ha spiegato che l’intento è di avere una generazione “libera dal fumo” entro il 2040, pur precisando che non è in programma un divieto totale di vendita dei prodotti del tabacco e dei dispositivi di vaporizzazione personale. “D’ora in poi, sarà illegale esporre sigarette o sigarette elettroniche nei negozi, ma non c’è un divieto di acquisto. I clienti potranno continuare a comprarli, ma dovranno chiederli al venditore“, ha spiegato Vandenbroucke.
Le nuove regole non si limitano solo alla vendita di sigarette tradizionali, ma includono anche il divieto di esposizione di sigarette elettroniche. Questo aspetto ha suscitato non poche preoccupazioni tra i rivenditori, che si sono trovati a dover adattare i propri negozi senza alcuna guida ufficiale da parte del governo. Alcuni hanno optato per soluzioni improvvisate, come tende di plastica o scaffali speciali che si illuminano automaticamente quando vengono aperti. Jenny Van Vaerenbergh, una tabaccaia, ha lamentato la mancanza di supporto da parte del governo, affermando ai taccuini di Euronews: “È fastidioso, avrebbero dovuto fornirci l’attrezzatura necessaria per adeguarci alla legge“. Non tutti sono convinti che questa misura avrà un impatto significativo sul comportamento dei consumatori. Malak Chatouany, una studentessa di Bruxelles e fumatrice, ha sottolineato sempre a Euronews che “nascondere un prodotto non cambierà le abitudini delle persone“. Secondo lei, “stiamo parlando di dipendenze, e la gente non smetterà all’improvviso solo perché qualcosa non è più visibile nei negozi“.