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Oms, vent’anni di tobacco control tra immobilismo e resistenza all’innovazione

Un panel di esperti e scienziati accusano l'organismo dell'Onu di ostacolare l’innovazione e trascurare le evidenze scientifiche sui metodi alternativi di riduzione del danno da fumo.

Nel ventesimo anniversario della Convenzione quadro dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) per la lotta al tabacco (Fctc), un panel organizzato dalla Taxpayers Protection Alliance (Tpa) ha sollevato dure critiche nei confronti dell’approccio dell’agenzia Onu, accusata di ostacolare l’innovazione e trascurare le evidenze scientifiche sui metodi alternativi di riduzione del danno da fumo.
Secondo Clive Bates, ex direttore di Action on Smoking and Health nel Regno Unito, “la Fctc avrebbe dovuto rappresentare una svolta, ma l’Oms continua a promuovere una visione proibizionista, ignorando strumenti più sicuri come sigarette elettroniche, tabacco riscaldato e sacchetti di nicotina“.
I relatori hanno criticato il rifiuto dell’Oms di includere approcci basati sulla riduzione del rischio, considerandolo un atteggiamento non solo fortemente protezionista, ma privo di fondamento scientifico. Roger Bate, esperto in politiche sanitarie globali dell’International Center for Law and Economics, ha parlato di “fallimenti ripetuti“, paragonando l’atteggiamento dell’Oms sul tabacco alla gestione della pandemia da Covid 19: “Serve una riforma radicale. Se l’organizzazione non si adatta alla scienza moderna, perderà rilevanza“. Il presidente della Tpa, David Williams, ha definito l’attuale posizione dell’Oms “pericolosa e irresponsabile”, accusandola di ignorare le prove sull’efficacia delle alternative senza combustione. “Le e-cig e le bustine di nicotina salvano vite, ma l’Oms le respinge senza una giustificazione valida. È una negligenza pagata dai contribuenti“.
Martin Cullip, ricercatore del Consumer Center della Tpa, ha sintetizzato il sentimento condiviso dal panel: “La Fctc è nata con buone intenzioni ma si è trasformata in un fallimento ideologico che ha bloccato vent’anni di progressi“.
Il panel ha quindi lanciato un appello all’Oms affinché abbandoni le posizioni dogmatiche e accolga la riduzione del danno come elemento centrale nelle politiche future contro il fumo. “Se l’obiettivo è davvero salvare vite – ha concluso Bates – è ora di ascoltare la scienza”.

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