L'attualità quotidiana sulla sigaretta elettronica

Sigaretta elettronica, uno spiraglio nel proibizionismo australiano

La Coalizione che sfida il premier Albanese propone vendita nei negozi e regolamentazione ma con una tassa altissima.

Si apre uno spiraglio di speranza per la sigaretta elettronica in Australia. Il Paese andrà alle urne domani 3 maggio, dopo che il premier laburista Anthony Albanese ha annunciato le elezioni anticipate lo scorso 28 marzo. A contendersi la guida del Paese saranno presumibilmente lo stesso Albanese e Peter Dutton a capo della Coalizione liberale-nazionale di centrodestra. Ed è proprio la Coalizione ad aver rivelato ieri un piano che rivoluzionerebbe il settore del vaping.
Dopo essere passata per varie strade, tutte fallimentari, l’Australia prevede attualmente che le sigarette elettroniche possano essere acquistate esclusivamente nelle farmacie. Un modello che sta rivelando molti limiti, sia per la sua macchinosità che per la scarsa scelta dei dispositivi e l’inadeguata adesione delle farmacie. Questo ha dato vita a un fiorente mercato illegale di prodotti del vaping da cui trae vantaggio solo la criminalità. Lo Stato australiano, infatti, perde potenziali entrate fiscali, mentre i consumatori utilizzano prodotti che non sono soggetti a rispettare nessuno standard di qualità e sicurezza e nessun controllo. Insomma, anche la strada della vendita in farmacia sembra condurre in un vicolo cieco.
Ma tutto potrebbe cambiare ancora una volta. La Coalizione ha infatti annunciato l’intenzione di consentire la vendita delle sigarette elettroniche nei negozi, di regolamentare l’industria e di sottoporre i liquidi da inalazione a un prelievo fiscale di 1 dollaro australiano (circa 0,65 euro) per millilitro. Secondo le stime del ministro ombra del tesoro Angus Taylor, questo porterebbe alle casse dello Stato 3,6 miliardi di dollari australiani in quattro anni. Si tratta, comunque, di una tassa molto alta ma, secondo la Coalizione, sarà proprio l’alto costo dei prodotti del vaping a tenere lontani i giovani, mentre la misura metterà fuorigioco il mercato illegale e la criminalità. Il che non è automatico, se i prezzi sul mercato legale saranno così alti.
Ad ogni modo la proposta di permettere la vendita delle sigarette elettroniche anche al di fuori delle farmacie e di regolamentarla è un primo passo nella giusta direzione e ci sarà magari modo in seguito di modulare una tassa che faccia davvero concorrenza al mercato criminale. Staremo a vedere chi uscirà vincitore da questa tornata elettorale e, di conseguenza, quale sarà il nuovo futuro della sigaretta elettronica in Australia.

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