L'attualità quotidiana sulla sigaretta elettronica

“La sigaretta elettronica salva vite, la politica ascolti la scienza”

La Svezia, seguita da altri Paesi, insegna che la lotta al fumo si vince sostenendo i fumatori nel passaggio ai prodotti senza combustione.

Ogni anno, nella Giornata mondiale del vaping (World Vape Day), ci viene ricordato che il mondo continua a perdere oltre 8 milioni di persone ogni anno a causa di malattie legate al fumo, nonostante decenni di politiche di controllo del tabacco. Ma c’è speranza. La scienza è chiara: il vero assassino è la combustione, non la nicotina. E quando i fumatori vengono aiutati a passare ad alternative più sicure e senza fumo, come la sigaretta elettronica o le bustine di nicotina, i risultati sono importanti.
La Svezia ne è la prova. Un tempo Paese in cui quasi la metà degli uomini fumava, la Svezia ha raggiunto ciò che nessun altro ha ottenuto: solo il 4,5% degli adulti nati in Svezia fuma. Il Paese ha raggiunto così la definizione ufficiale di società senza fumo—con 15 anni di anticipo rispetto all’obiettivo dell’Ue fissato per il 2040. Sebbene l’uso complessivo di nicotina in Svezia rimanga simile a quello di altri Paesi europei, la strategia svedese ha portato a una riduzione del 61% dei decessi per cancro ai polmoni tra gli uomini e a un tasso di mortalità totale per cancro inferiore del 34% rispetto alla media dell’Ue.
Questa rivoluzione non è stata guidata dall’astinenza, ma dall’innovazione. Il calo del fumo in Svezia è stato possibile grazie all’adozione di alternative accessibili, economiche e socialmente accettabili, come lo snus, le sigarette elettroniche e le bustine di nicotina. Solo dal 2012, il Paese ha ridotto del 54% il tasso di fumatori, trasformando il proprio panorama sanitario. Eppure, mentre la Svezia avanza, molti altri Paesi restano fermi—principalmente a causa della disinformazione e del panico morale, in particolare riguardo ai prodotti per il vaping aromatizzati. Si tratta di un errore tragico. Nella mia analisi delle evidenze scientifiche internazionali, ho scoperto che gli aromi non sono un espediente di marketing, sono un’ancora di salvezza. Gli aromi aumentano la soddisfazione, riducono il desiderio di fumare e migliorano significativamente le probabilità di smettere definitivamente.
I regolatori spesso temono che gli aromi attraggano i giovani, ma i divieti non sono la soluzione. Dobbiamo invece applicare rigidi controlli sull’età, limitare la pubblicità ai soli fumatori adulti e introdurre normative basati sull’evidenza scientifica. Vietare gli aromi rischia solo di spingere gli adulti a tornare a fumare o a rivolgersi al mercato nero non regolamentato, come dimostrano i dati sul fallimentare divieto degli aromi a San Francisco. È ora di allinearci alla scienza e ai casi di successo. La Svezia non è un’eccezione, è un modello. E viene seguita: la Nuova Zelanda ha quasi dimezzato il tasso di fumatori dal 2018, in coincidenza con un forte aumento dello svapo quotidiano. In Giappone, le vendite di sigarette sono crollate del 43% poiché i fumatori si sono orientati verso prodotti a tabacco riscaldato. E nel Regno Unito, quasi 3 milioni di persone hanno smesso di fumare grazie alla sigaretta elettronica.
In questa Giornata mondiale del vaping, invito i responsabili politici a smettere di demonizzare lo svapo e iniziare ad ascoltare le evidenze scientifiche. Gli aromi salvano vite. Il vaping salva vite. Rendiamo la nicotina più sicura e sosteniamo—non ostacoliamo—i fumatori che vogliono smettere.