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“Milioni di fumatori in Europa meritano di sapere che passare alla sigaretta elettronica può ridurre i rischi per la loro salute in maniera significativa. I legislatori hanno la responsabilità di comunicare questa potenziale riduzione del danno in maniera chiara e obiettiva”. Con queste parole, a pochi giorni dalla Giornata mondiale senza fumo, il presidente dell’Independent European Vape Alliance (Ieva, l’associazione dei produttori) Dustin Dahlmann richiama l’attenzione sull’impatto che il vaping nella lotta al fumo in Europa e nel mondo e dell’urgente problema della disinformazione su questo strumento.

Secondo l’ultimo Eurobarometro, continua Dahlmann, in Europa solo il 3% degli attuali utilizzatori di sigaretta elettronica è costituito da persone che non hanno mai fumato. Un dato confermato da uno studio del 2023, pubblicato sul Journal of Epidemiology e intitolato “Electronic Cigarette Use in 12 European Countries: Results From the TackSHS Survey”, secondo il quale, fra i 12 mila partecipanti provenienti da dodici Paesi europei, solo lo 0,4% dei non fumatori aveva provato la sigaretta elettronica. “È la conferma – afferma Ieva – che il vaping non attrae in modo significativo i non fumatori, ma funge piuttosto da strumento per i fumatori adulti in cerca di alternative”.
Dall’altra parte, l’associazione cita i benefici del passaggio dal fumo alla sigaretta elettronica. Nicola Lindson, docente presso la Oxford University e direttore del Tobacco Addiction Group di Cochrane, ricorda che le e-cigarette non bruciano tabacco e dunque non espongono gli utilizzatori alla stessa complessa miscela di sostanze chimiche che causa le malattie collegate al fumo. E mentre le successive revisioni di Cochrane sull’efficacia del vaping per smettere di fumare concludono che essa funzioni meglio delle terapie sostitutive con nicotina, rimane il dato dell’agenzia britannica Public Health England (oggi Office for Health Improvement and Disparities, ndr), secondo cui la sigaretta elettronica riduce il danno del fumo del 75%.
Nonostante questo, obietta Ieva, permane nell’opinione pubblica una errata percezione di rischi relativi del vaping. Uno studio del 220 condotto fra i fumatori in sei Paesi europei riporta che il 62% di loro riteneva la sigaretta elettronica più dannosa o egualmente dannosa del fumo, mentre solo il 28% la percepiva giustamente come meno dannosa.
Una stortura a cui bisognerebbe porre rimedio e infatti Ieva esorta i responsabili politici a riconoscere il potenziale delle sigarette elettroniche nel ridurre il tasso di fumo in tutta Europa. “Fornendo informazioni accurate e integrando la sigaretta elettronica nelle strategie di salute pubblica – conclude l’associazione – i governi possono consentire ai fumatori di fare scelte consapevoli che potrebbero portare a significativi miglioramenti della salute”.
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